L’eruzione della caldera dei Campi Flegrei un cataclisma che nessuno si augura di vedere mai. Ma in caso di emergenza dove sarebbero sfollati i cittadini? Le zone rosse e gialle individuate a livello nazionale abbracciano 1 milione 300mila abitanti e tanti comuni.

Circa 500mila residenti nella “Zona Rossa” dei Campi Flegrei, l’area più esposta al rischio vulcanico, potrebbero dover essere evacuati in caso di eruzione. Decisione che sarà presa, dalla Protezione Civile Nazionale, in base alle valutazioni degli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La “Zona Rossa” comprende Bacoli, Pozzuoli, Monte di Procida, Quarto, parte di Giugliano e Marano, e alcune aree di Napoli come Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Soccavo, Posillipo, e parti di Vomero, Chiaiano, Arenella e San Ferdinando.
Altri 800mila residenti vivono nella “Zona Gialla”: zona esposta alla sicura caduta di ceneri vulcaniche in caso di eruzione. Ebbene, parte di questa popolazionepotrebbe essere necessario spostarla temporaneamente. A causa della vulnerabilità degli edifici o dell’accessibilità compromessa a causa dell’accumulo di ceneri. La gestione di un’evacuazione in queste condizioni è un compito estremamente difficile. Il rischio di lanciare un falso allarme è reale, ma non rispondere a un reale allarme sarebbe inaccettabile. Ad ogni buon conto un Piano di evacuazione esiste e può essere consultato sul sito del dipartimento della Protezione civile.
“L’allontanamento dalla ‘Zona Rossa’ inizia con la dichiarazione della fase di allarme“, recita il Piano. Coloro che scelgono di evacuare con i propri mezzi devono seguire i percorsi stradali stabiliti nel Piano di allontanamento. Gli altri possono optare per il trasferimento assistito in nave, treno o pullman, raggiungendo le aree di attesa stabilite nel Piano di Protezione Civile di ciascun Comune. Da lì, verranno trasportati da autobus della Regione Campania verso le città gemellate in altre parti d’Italia.

La Protezione Civile stima che il processo di evacuazione dalla “Zona Rossa” richiederà 72 ore, così suddivise:
- le prime 12 ore per la preparazione e per l’implementazione delle misure di regolazione del traffico;
- le successive 48 ore per far partire la popolazione da tutti i Comuni dell’area rossa in modo coordinato.
Il processo dovrà essere gestito seguendo un cronoprogramma definito nei Piani comunali, poiché la fase più delicata potrebbe essere soggetta a ingorghi e caos dovuti alla paura e alla fretta.
- Le ultime 12 ore servono come margine di sicurezza per gestire eventuali criticità e permettere l’allontanamento degli operatori del sistema di protezione civile.
In caso di evacuazione chi sceglie il trasporto assistito, ci sono 6 aree di incontro:
- Napoli Stazione Centrale;
- Napoli Porto Stazione Marittima;
- Afragola Stazione Ferroviaria Via Areana;
- Giugliano Istituto Don Diana Via Ripuaria;
- Aversa Stazione Ferroviaria Piazza Mazzini;
- Villa Literno Stazione Ferroviaria Piazza De Gasperi.
Questo Piano nazionale richiede una stretta collaborazione con i Piani comunali. Tuttavia, è impossibile prevedere con certezza quando e dove avverrà la prossima eruzione, ma si stima che sarà del 95% di intensità minore o uguale a quella registrata negli ultimi 5.000 anni. I Campi Flegrei sono costantemente monitorati e l’allerta attuale è di livello giallo da alcuni anni.
