Si è risolta positivamente l’annosa questione dell’allevatore di Ailano, cittadina nel Casertano, che si è reso responsabile di numerosissimi episodi di capi bovini lasciati incustoditi allo stato brado. Gli animali non solo si aggiravano liberi alla ricerca di cibo, arrecando tanti danni alle coltivazioni della zona, ma costituivano un potenziale pericolo per la pubblica e privata incolumità, in quanto invadevano senza controllo le strade comunali e provinciali presenti nei territori di Ailano, Prata Sannita e Valle Agricola. Un considerevole pericolo anche per il benessere dei capi di bestiame esposti al rischio tangibile di un impatto con un mezzo in transito. I carabinieri forestali delle stazioni Matesine hanno svolto diversi servizi mirati al fine di segnalare all’autorità giudiziaria le reiterate condotte illecite di pascolo abusivo su fondi pubblici e privati altrui con danneggiamento, e hanno altresì provveduto a elevare sanzioni amministrative per movimentazione di capi di bestiame in assenza dell’autorizzazione dal ritrovo aziendale e per le violazioni all’ordinanza comunale adottata dal Comune di Ailano.
Decisivo ai fini della risoluzione del problema la costituzione, negli ultimi mesi, di un gruppo di lavoro, coordinato dalla Prefettura di Caserta, con l’apporto dei carabinieri forestale,del Criuv (Centro di riferimento regionale per l’igiene urbana veterinaria) di Napoli, dei sindaci dei territori interessati e dei servizi veterinari locali dell’Asl, la cui azione ha avuto un ruolo determinante per indurre l’allevatore a trasferire, nella giornata di ieri, la propria mandria di capi bovini di razza marchigiana in provincia di Isernia.
Una storia singolare, ma non unica nel suo genere, atteso che proprio il Casertano, qualche mese fa, è stato lo scenario di un episodio simile, seppur connotato da tratti ben più violenti. A Grazzanise, un uomo ha invaso il terreno altrui con gli animali da pascolo ed è stato minacciato di morte dal proprietario del terreno sul quale stava facendo pascolare il gregge di pecore. I due hanno avuto una violenta lite verbale, al termine della quale R.F., sessantaduenne di Santa Maria la Fossa, ha avvertito l’uomo che, se non avesse lasciato al più presto il terreno con tutto il gregge, lo avrebbe ucciso. L’avvertimento non è stato buttato lì, in un momento di rabbia, R.F. dalle parole stava per passare ai fatti. Senza pensarci su due volte, subito dopo la discussione, il sessantaduenne si è recato presso la sua azienda agricola, situata nelle immediate vicinanze del terreno occupato dal gregge. All’interno di un edificio aveva ben nascosto un fucile da caccia, che ha prelevato con l’intenzione di spaventare il quarantaduenne, il quale, però, nel frattempo non si è fatto intimorire dalle parole e dai propositi del suo avversario. Allontanandosi dal fondo agricolo, ha chiamato e chiesto l’intervento dei carabinieri, ai quali ha spiegato tutto.
Giunti presso l’azienda agricola, i militari del comando Stazione di Grazzanise, unitamente ai colleghi della sezione radiomobile della compagnia di Santa Maria Capua Vetere, hanno bloccato e tratto in arresto R.F., contestandogli il reato di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di arma clandestina. I carabinieri hanno trovato in possesso del 62enne, un fucile calibro 12, privo di marca, con matricole punzonate e carico con due cartucce, nonché una busta contenente altre 5 munizioni. Tutto il materiale è stato sequestrato dai militari. Una volta in manette, ad R.F. sono stati concessi gli arresti domiciliari.
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