I militari della guardia di finanza di Capua, nell’ambito di un’operazione antifrode condotta dalla medesima Procura della Repubblica, hanno sequestrato nella giornata odierna due impianti per la distribuzione del carburante ubicati a Roccaromana e a Sant’Angelo d’Alife, nell’Alto casertano.
Gli accertamenti condotti dai finanzieri hanno permesso di scoprire che in entrambe le stazioni di servizio, gestite dallo stesso imprenditore avente già precedenti per truffa, veniva erogato carburante non conforme alle normative vigenti, unitamente alla violazione delle regole sulle accise. Nello specifico, le rilevazioni tecniche effettuate sui combustibili, hanno permesso di verificare un quantitativo di ottani all’interno della benzina inferiore al minimo previsto per legge. Problema analogo è stato riscontrato con il diesel che veniva regolarmente allungato con dell’olio lubrificante di bassissima qualità, rappresentando così non solo un rischio concreto per i motori a gasolio degli acquirenti, che nel giro di poco tempo si sarebbero guastati, ma anche inquinando notevolmente l’ambiente a causa delle emissioni non conformi prodotte dalla combustione. Le miscelazioni illegali, secondo le ricostruzioni effettuate dai finanzieri, venivano eseguite regolarmente, e il carburante risultato così “annacquato”, veniva venduto agli ignari automobilisti che si rifornivano presso le due pompe del gestore incriminato.
Ma le scoperte delle Fiamme gialle non finiscono qui. Durante i controlli i militari hanno rinvenuto una notevole eccedenza di gasolio nelle cisterne, diversamente da quanto dichiarato nei documenti contabili e di scarico. I finanzieri si sono trovati di fronte a un vero e proprio traffico illegale di carburante, che procurava al gestore delle due pompe bianche enormi profitti in maniera completamente illecita, aggirando così anche le imposte fiscali. L’imprenditore titolare dei due impianti, D.A. di quarantadue anni, dovrà rispondere di fronte all’autorità giudiziaria dei diversi reati commessi, tra cui quello di frode in commercio nei confronti dei clienti e di sottrazione al pagamento dell’accisa sui carburanti. Tale meccanismo truffaldino e illegale ha infatti permesso ai distributori di carburante, posti successivamente sotto sequestro, di poter vendere i combustibili a un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato, attuando così una vera e propria concorrenza sleale consumatasi a danno degli operatori onesti. Pochi mesi fa un’operazione analoga condotta dai finanzieri ha portato alla scoperta di diverse pompe di benzina contraffatta nel Napoletano e nel Salernitano.
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