È sindaco di Caserta, presidente dell’Anci Campania, l’Associazione nazionale comuni italiani, e componente dell’Unità di crisi regionale per il Covid-19. Con Carlo Marino affrontiamo i temi dell’emergenza epidemiologica, tra appelli delle fasce tricolori, che denunciano un sistema sanitario regionale in tilt e invocano controlli della zona rossa, e la “volontà di lavorare insieme a tutte le istituzioni per dare risposte certe ai cittadini”.
Sindaco, cosa ne pensa dei numerosi appelli di altri primi cittadini che stigmatizzano i ritardi e le carenze del sistema sanitario in questa emergenza, tra cui la lettera dei sindaci dell’Agro aversano?
“Proprio pochi giorni fa ho fatto una conference call con i 19 sindaci che hanno sottoscritto il documento. Quello sollevato dai primi cittadini dell’Agro aversano, cioè la difficoltà di gestire il rapporto con le Asl, è un aspetto presente non solo in Campania ma nell’intero Paese. I tanti casi Covid hanno fatto emergere delle difficoltà oggettive che non sono imputabili a nessuno, ma che vanno valutate in modo sinergico fra le varie istituzioni. Ciò che è venuto fuori dall’incontro con i sindaci è la volontà di lavorare insieme. Costruire, quindi, un modello unico fra le Asl, i Comuni e il sistema sanitario regionale per dare risposte certe ai cittadini. I dati epidemiologici della provincia di Caserta e dell’area metropolitana di Napoli dimostrano che la zona rossa deve essere applicata in modo serio, con controlli sul territorio. Al contempo, però, abbiamo tante persone in quarantena che hanno bisogno di assistenza, di un team Covid per i tamponi e di essere curate a casa: bisogna tenere sotto controllo i posti nei reparti di terapia intensiva. Tutto ciò necessita di una sinergia tra le amministrazioni locali e le Asl: questo è quello che chiedono i 19 colleghi e quanto auspico che accada come presidente dell’Anci Campania e sindaco del capoluogo della provincia di Caserta. Anche per tale ragione ho convocato in conference call, per martedì 24 novembre, i 104 colleghi sindaci della provincia di Caserta per discutere della gestione dell’emergenza Coronavirus”.
Da Asl e ospedali emergono problemi di personale. Come risolvere in maniera veloce tali carenze?
“In qualità di presidente dell’Anci Campania faccio parte dell’Unità di crisi della Regione e, nonostante le note carenze presenti anche nei Comuni, abbiamo dato la disponibilità di personale amministrativo alle Asl, ad esempio per inserire dati. In tal modo le stesse Asl potrebbero concentrarsi maggiormente sulle problematiche sanitarie. Siamo pronti anche a far funzionare i nostri ‘ambiti’ sul socio-assistenziale per costruire con le Asl delle sinergie e dare, quindi, una mano. Questo è il momento di essere uniti, poi ci sarà il momento di discutere di eventuali miglioramenti al sistema”.
Però anche sui numeri dei posti letto nelle terapie intensive non sembra ci sia chiarezza. Lei cosa può dirci in merito?
“Da questo punto di vista i dati sono sotto controllo. Oggi sembra più difficile gestire i pazienti presso le proprie abitazioni. È vero comunque che negli ospedali, con la chiusura di alcuni reparti in zone per i malati di Covid-19, si toglie l’assistenza ad altre patologie, tranne a quelle più gravi, come le oncologiche o cardiologiche. Secondo me, però, il sistema ospedaliero in Campania tutto sommato tiene. La nostra regione sta affrontando tutte le problematiche inerenti all’emergenza con determinazione. Naturalmente ci sono ancora cose da migliorare, ma c’è anche un sistema che funziona e un’Unità di crisi regionale che opera, cioè un modello da seguire. Tutto è migliorabile, ma possiamo essere orgogliosi di essere campani e, grazie alle nostre professionalità e strutture, competere con quel modello lombardo di sanità che guardavamo con attenzione”.
Lei afferma questo nonostante le file delle ambulanze ai pronto soccorso e le sconvolgenti immagini di quella persona morta al Cardarelli?
“È chiaro che l’episodio è molto grave: quella scena è difficile anche da commentare. Noi però dobbiamo guardare a un modello generale. Non possiamo, sulla sanità regionale, soffermarci al singolo episodio sicuramente gravissimo, ma che deve essere valutato nelle sue responsabilità. È chiaro che in quel caso c’è stato un modello organizzativo che non ha funzionato, però in questo momento la sofferenza sanitaria, purtroppo, è di tutto il Paese”.
Tornando ai posti letto, il Covid Hospital di Caserta, per intenderci quello modulare costruito in primavera, funziona?
“Vorrei chiarire anche questa cosa. Capisco che tutti parlano di tutto e anche il collega sindaco di Napoli Luigi de Magistris parla di quello che non sa, con il rischio di creare preoccupazione fra i cittadini. La terapia intensiva Covid non è a Maddaloni ma a Caserta ed è regolarmente funzionante, da circa un mese e mezzo. Proprio stamani sono andato a visitare l’ospedale modulare e in questo momento ci sono 14 posti su 16 occupati. Si dicono cose inesatte: ognuno di noi deve avere senso di responsabilità e dire quello che sa”.
A proposito di de Magistris, cosa pensa delle continue liti fra il sindaco di Napoli e il presidente della Regione Vincenzo De Luca?
“Al di là dell’evidente disputa politica che c’è tra il presidente De Luca e il sindaco de Magistris, da presidente dell’Anci Campania io chiedo di abbassare i toni, per concentrarci sul tema sanitario e su ciò che dobbiamo fare per salvare quante più vite umane. Ci sarà poi tempo per le polemiche politiche”.
Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?