Sono state finalizzate all’individuazione delle cause del preoccupante inquinamento del fiume Sarno le indagini portate a termine dai carabinieri gruppo tutela ambientale di Napoli, che hanno eseguito controlli negli uffici di tre comuni del Napoletano, Boscoreale, Torre Annunziata e Torre del Greco, e tre comuni siti in provincia di Salerno, Corbara, Nocera Inferiore e Mercato San Severino. L’operazione, secondo quanto riporta l’Ansa, è stata disposta congiuntamente dalle procure di Nocera Inferiore e Torre Annunziata, che già recentemente si erano interessate delle aziende attive nel bacino idrografico del fiume.
Stando alle dichiarazioni fornite in merito dai procuratori Antonio Centore e Nunzio Fragliasso, i controlli hanno permesso di accertare come numerosi Comuni situati nel bacino del Sarno siano privi di collettamento agli impianti di depurazione o, in alcuni casi, addirittura privi di una propria rete fognaria. Queste mancanze, spiegano Centore e Fragliasso, contribuiscono all’inquinamento del corso d’acqua e della sua foce, in quanto i reflui domestici vengono sversati direttamente nel fiume. Le analisi del personale Arpac avevano, infatti, evidenziato una concentrazione elevata del batterio Escherichia Coli nelle acque del Sarno, segno evidente di una contaminazione fecale in atto.
Sempre nell’ambito di operazioni finalizzate ad accertare le cause dell’inquinamento del fiume Sarno, lo scorso 16 ottobre i carabinieri avevano proceduto al sequestro di ben quattro aziende operanti nel settore della metallurgia pesante e dell’attività conserviera, site nei territori di Striano in provincia di Napoli e di Pagani e Scafati in provincia di Salerno. I legali rappresentanti erano stati accusati a vario titolo di reati quali scarico abusivo di reflui industriali, abbandono di rifiuti speciali pericolosi e, in un caso, anche di emissioni in atmosfera senza autorizzazione.
Nello specifico, era stato riscontrato come “I sapori di corbara”, ditta con sede operativa a Pagani e diciassette dipendenti, operante nel settore della produzione e commercializzazione di conserve alimentari, effettuasse senza autorizzazione scarichi delle proprie acque reflue industriali nella pubblica fognatura e quindi, indirettamente, nel fiume Sarno. Discorso simile anche per la “F.lli Cavallaro società agricola”, azienda con trenta dipendenti e sede operativa a Scafati operante nel settore della lavorazione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli: oltre ad effettuare lo scarico nella pubblica fognatura con un’autorizzazione scaduta da ben cinque anni, la ditta negli ultimi tre anni aveva smaltito illecitamente rifiuti speciali derivanti dalla propria attività produttiva, abbandonando gli scarti di lavorazioni su un piazzale dell’azienda senza alcuna copertura, esposti aglia genti atmosferici.