È stato condannato a scontare una pena di sei mesi di reclusione in carcere E. M., quarantaseienne originario di Caserta, accusato di aver minacciato con un coltello il commissario dei vigili del capoluogo. Era l’ottobre del 2015 quando l’imputato venne sorpreso dall’agente di polizia all’interno di una palazzina mentre impugnava un coltello tra le mani. In quel frangente, come da prassi, il commissario chiese al sospettato di deporre l’arma e di farsi identificare mostrando i documenti; tuttavia il reo, invece di obbedire agli ordini, si rivolse verso l’agente con toni minacciosi e ingiuriosi, arrivando al punto da minacciarlo di morte. L’uomo tuttavia, nonostante la poca collaboratività, venne arrestato e denunciato per detenzione di arma bianca e per minacce a pubblico ufficiale.
A sette anni dall’accaduto, finalmente, c’è stata la sentenza definitiva da parte dei giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, i quali hanno accolto però parte delle istanze presentate dai legali difensori dell’accusato per ottenere la riduzione della pena. E. M., infatti, è stato così beneficiato delle attenuanti generiche per i reati commessi ai danni del pubblico ufficiale mentre il reato per la detenzione e il possesso dell’arma bianca è caduto in prescrizione. Può esultare dunque la difesa. Per il reo, adesso, anche se per pochissimi mesi, si apriranno contestualmente le porte del carcere.