Ha chiesto risposte convincenti sulla vicenda di Mario Paciolla il senatore Sandro Ruotolo, intervenuto nell’aula di Palazzo Madama nel corso della seduta dell’ultimo question time. L’interrogazione urgente, presentata assieme ai parlamentari Loredana De Petris e Vasco Errani, era indirizzata al ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, al quale è stata chiesta fermezza e risoluzione nella ricerca della verità sulla morte del cooperante napoletano: “Pretendere, è la parola giusta, dalle Nazioni Unite la massima collaborazione con le autorità italiane e con i legali della famiglia per conoscere la verità sulla morte di Mario Carmine Paciolla, il nostro connazionale trentatreenne, ritrovato privo di vita presso la propria abitazione a San Vicente del Caguan, località a 650 chilometri da Bogotà“, ha ricordato Ruotolo, che ha condiviso l’intervento sulla propria pagina Facebook. “Il nostro connazionale era cooperante Onu ed era impegnato da due anni con le Nazioni Unite, in un progetto che mirava a riconvertire gli ex combattenti al lavoro nei campi e svolgeva il monitoraggio per il rispetto degli accordi di pace tra il Governo colombiano e le Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Vista la gravità dei fatti e il turbamento e lo sconcerto nell’opinione pubblica – ha proseguito Ruotolo – sollecitiamo il ministro al massimo impegno nei confronti del governo colombiano, e adottare tutte le iniziative affinché si svolgano le opportune indagini per giungere a risposte convincenti, per la ricerca della verità e della giustizia per la morte del nostro connazionale Mario Carmine Paciolla. E per ottenere queste risposte c’è bisogno della massima collaborazione delle Nazioni Unite”.
Lo scorso 18 luglio gli amici del cooperante partenopeo, alla presenza del sindaco Luigi De Magistris, avevano esposto uno striscione al balcone del municipio di Napoli con il volto del giovane e la scritta “Giustizia per Mario Paciolla”. La paura dei ragazzi presenti quel giorno a palazzo San Giacomo, condivisa dal senatore Ruotolo, è che l’attenzione sulla drammatica vicenda del loro amico possa calare trasformandosi, lentamente, in un secondo caso Regeni, e che l’identità e le motivazioni degli assassini di Mario possa non venire mai a galla.
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