È passato quasi un anno dall’ultima volta che siamo stati sul Litorale Domizio per denunciare lo stato impietoso e le condizioni di incuria e di abbandono nelle quali versava il tratto di costa compreso tra Pinetamare e Villaggio Coppola, sul territorio di Castel Volturno, in provincia di Caserta, accertando con materiale fotografico e video la presenza di numerosi quantitativi di rifiuti sversati illegalmente e indiscriminatamente lungo le spiagge e tra le scogliere frangiflutti in località Fontana Blu, in corrispondenza di via del Mare. A distanza di un anno siamo ritornati in quegli stessi luoghi sperando che le cose fossero migliorate, e nonostante le numerose denunce e segnalazioni effettuate in questi mesi dagli ambientalisti presso gli uffici degli enti sia locali che regionali preposti alla tutela, al monitoraggio e alla salvaguardia ambientale lungo la costa casertana, abbiamo potuto constatare con grande amarezza e altrettanto rammarico che poco o nulla è cambiato da allora.

Facendo due passi a piedi lungo questo tratto di costa sempre molto frequentato da turisti e bagnanti durante i mesi estivi ci si rende immediatamente conto dell’incuria ambientale nella quale versa il litorale di Castel Volturno. Già a un primo sguardo più superficiale si possono scorgere tra gli scogli diversi cumuli di rifiuti abbandonati qua e là da persone chiaramente incivili e irrispettose dell’ambiente in cui vivono, oppure trasportati sugli scogli dalle maree. Si tratta perlopiù di buste di plastica, bottiglie di vetro, lattine, sacchetti dell’immondizia forse lasciati dagli stessi bagnanti. In ogni caso si tratta di persone che con i loro comportamenti irresponsabili non si rendono minimamente conto che con le loro azioni illegali, le quali restano il più delle volte impunite, stanno arrecando gravi danni all’ecosistema marino e agli esseri viventi che lo abitano, oltre che a loro stesse. Ma la sfilata degli “orrori” non finisce certo qui, infatti per quanto siano deprecabili questi atteggiamenti dettati dall’ignoranza e dal menefreghismo, non è che la “punta dell’iceberg” di un problema ambientale più grande che riguarda tutta la provincia di Caserta.

Basta così acuire lo sguardo per notare che tra le rocce, oltre ai normali rifiuti urbani, sono stati sversati e interrati anche quintali di rifiuti speciali. Come si può notare anche dalle foto scattate di recente sul posto si possono scorgere numerosi scarti di materiale edile tra cui mattoni, piastrelle, catrame, bitume e guaine utilizzate per impermeabilizzare i tetti degli edifici. Si tratta altresì di scarti della lavorazione che potrebbero presumibilmente provenire da qualche cantiere abusivo presente nella zona. Vista la quantità di materiali interrati, non sarebbe inoltre da escludere che oltre alla presenza di materiale di risulta siano stati occultati anche scarti provenienti dalla lavorazione industriale, tra i quali potrebbe esserci anche dell’amianto. Qualora questa ipotesi venisse confermata da ulteriori verifiche e accertamenti da parte delle autorità competenti, ciò rappresenterebbe chiaramente un grave pericolo per la salute delle migliaia di famiglie provenienti dalle province di Napoli e di Caserta che affollano in estate questo tratto di costa.

Il tutto, come si può ben notare, si troverebbe a pochi metri di distanza dai bagnanti che, del tutto ignari e inconsapevoli del pericoloso materiale interrato nelle scogliere, godrebbero tranquillamente del sole e del mare in spiaggia. Per non parlare poi dei gravi rischi per la salute verso i quali incorrerebbero i bambini i quali si troverebbero a giocare, a divertirsi e a fare il bagno a due passi da questo scempio ambientale. Si tratta ovviamente di una situazione intollerabile e inaccettabile, a maggior ragione se pensiamo che il tutto giace lì da tempo senza che nessuna tra le istituzioni competenti abbia mai preso provvedimenti concreti a riguardo per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini. Inoltre pensare che da queste spiagge si possano scorgere in lontananza le sagome di due autentici paradisi di bellezza come Ischia e Procida, due tra le isole più suggestive del Mediterraneo, fa sorgere ancora di più la rabbia e lo sconforto. È ormai chiaro a tutti che per rilanciare la crescita del territorio non basta puntare solo sul turismo stagionale ma è necessario investire nello sviluppo sostenibile e nella tutela dell’ambiente, che è la nostra risorsa naturale più importante, ed è in grado di creare lavoro e ricchezza. Ma putroppo dobbiamo constatare con grosso rammarico e rimpianto che ancora oggi, su ampi tratti del Litorale Domizio, tutto è fermo e nulla si muove.

(Foto di Narciso Blima)
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