Erano state già ampiamente annunciate e, stamattina, sono arrivate puntuali le dimissioni del sindaco di Benevento Clemente Mastella. Fino a quando non è arrivata l’ufficialità c’era ancora qualcuno in città che pensava ad un bluff del primo cittadino, che però non c’è stato. I contrasti interni alla maggioranza erano diventati insanabili.
Eletto sindaco nel 2016, Mastella era sostenuto da una coalizione di centrodestra. L’ex sindaco ancora non ha reso note ufficialmente le ragioni della sua scelta, ma l’obiettivo sarebbe quello di anticipare il voto accoppiando le comunali di Benevento alle regionali in Campania. Le dimissioni diventeranno definitive, secondo la norma della legge, tra venti gironi quando saranno ratificate dal prefetto. In questo arco di tempo Mastella potrebbe ritirarle in qualsiasi momento.
Esponente della Democrazia cristiana, è stato fondatore di diversi partiti di ispirazione centrista, come il Centro cristiano democratico (Ccd), i Cristiani democratici per la Repubblica (Cdr), l’Unione democratica per la Repubblica (Udr), l’Udeur, i Popolari per il Sud e l’Udeur 2.0.
È stato ministro del Lavoro e della Previdenza sociale nel primo Governo Berlusconi, dal 10 maggio 1994 al 17 gennaio 1995, e ministro della Giustizia nel secondo Governo Prodi, dal 17 maggio 2006 al 17 gennaio 2008. Ha ricoperto l’incarico di membro del Parlamento dal 1976 al 2008, prima come deputato e, negli ultimi due anni, come senatore.
Dal 2009 al 2014 per Il Popolo della libertà è stato membro del Parlamento europeo, dove era già stato parlamentare tra il 1999 e il 2004, non venendo però rieletto nel maggio 2014 con Forza Italia. È stato sindaco di Ceppaloni, suo paese natale, dal 1986 al 1992 e dal 2003 al 2008.
Viene considerato come uno dei politici italiani più trasformisti, essendo passato diverse volte, nella sua lunga carriera politica, da schieramenti di centrodestra a coalizioni di centrosinistra (e viceversa). Laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Napoli Federico II, è giornalista professionista. La sua carriera come giornalista e i suoi esordi nella vita politica sono stati ampiamente descritti da lui stesso in varie interviste, citate ad esempio nel libro La casta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, dove si legge come l’assunzione di Clemente Mastella alla Rai sarebbe stata agevolata da una raccomandazione del democristiano Ciriaco De Mita. La redazione locale ove Mastella prese servizio proclamò tre giorni di sciopero contro l’ingresso in ruolo di un giornalista assunto senza regolare concorso e per nomina politica diretta.
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