La settimana politica più calda dell’estate 2022 è iniziata. Mercoledì Mario Draghi ritornerà alle Camere per verificare la sua maggioranza dopo che Mattarella ha rifiutato le sue dimissioni. Lunedì impegnativo per tutte le forze politiche, che hanno 48 ore per raggiungere un accordo su come procedere con il voto di fiducia al premier dimissionario. Lo scenario del voto anticipato continua a farsi sempre più verosimile.
M5S e disobbedienti
Da fonti di chi sta seguendo la crisi dalle prime linee, sembra che Conte sia già disposto a non sostenere il governo Draghi. Se tale ipotesi troverà conferma, Draghi ripresenterà le sue dimissioni a Mattarella. Questo sempre in nome della condizione posta dal premier qualche settimana fa, riassunta nella sua dichiarazione: «Senza 5 stelle, il governo non esiste». L’unica possibilità che l’attuale esecutivo rimanga in carica è che un gruppo di parlamentari pentastellati dia il proprio sostegno a Draghi, in opposizione al proprio partito. I così chiamati “disobbedienti” sono una soluzione concreta sia per la crisi, sia per evitare che il governo senza M5S assuma troppo uno sbilanciamento politico verso destra, a favore cioè di Lega e Forza Italia.
La possibilità che si creino “disobbedienti” si fa più concreta alla Camera, mentre i senatori sono più compatti a Conte. Secondo fonti interne al partito, i parlamentari pronti a una nuova spaccatura sarebbero – di conseguenza – pronti a lasciare il M5S, o comunque ad essere espulsi. Di fatto nel giro di un anno e mezzo Conte è passato dall’espellere chi non voleva sostenere Draghi a chi invece, oggi, vuole ancora appoggiarlo. Per un partito italiano, questo è un caso unico.
Lega e Forza Italia
Salvini e Berlusconi si sono incontrati a Villa Cerosa, Sardegna, per trovare fronte comune nella risoluzione della crisi come centrodestra di governo. Salvini ha già evocato il voto definendo ciò che sta succedendo «un teatrino». «Le nuove dichiarazioni di Giuseppe Conte confermano la rottura di quel “patto di fiducia” richiamato giovedì da Mario Draghi e alla base delle dimissioni» hanno confermato congiuntamente gli alleati a termine dell’incontro, aggiungendo che la possibilità di tornare a governare ulteriormente coi 5 Stelle è del tutto esclusa.

PD
Enrico Letta è invece protagonista di queste ore di una fortissima mediazione tra tutte le forze politiche per la continuazione del governo Draghi. Letta sa bene che ogni ora da qui a mercoledì è necessaria per convincere le parti a sostenere di nuovo la maggioranza d’unità nazionale e sta cercando di sfruttarle al massimo.

Il tutto è contornato da appelli nazionali e internazionali che puntano a tenere Draghi al governo. Lo stesso Letta è autore di una campagna del Pse per i sostegno al premier. Nei giorni scorsi è arrivata una lettera aperta controfirmata da mille sindaci d’Italia. Ogni iniziativa di queste ore è volta a far desistere Draghi dalle dimissioni. Mercoledì sapremo gli effetti di tali sforzi.