Non s’è fatta attendere la replica del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al leader della Lega, Matteo Salvini, dopo l’attacco di ieri (“De Luca dov’era?”) a commento della festa notturna dei tifosi del Napoli dopo la vittoria degli azzurri in Coppa Italia, con decine di migliaia di persone che si sono affollate in strada nonostante i protocolli di sicurezza anti-contagio. E la replica del governatore campano è durissima ed esplicita, come nello stile del personaggio: “Ho ascoltato commenti che hanno portato alla luce uno sciacallaggio e persino un razzismo nei confronti della Campania e della sua gente. Verso mezzanotte, quella festa si sarebbe verificata ovunque nello stesso modo. Se avesse vinto l’Inter, a Milano avremmo avuto l’ira di Dio. Senza vittorie, peraltro, abbiamo assistito nelle scorse settimane a immagini di assembramenti per la movida a Milano o in Veneto. E nessuno ha chiesto conto di ciò ai governatori di quelle regioni. Ma, siccome è capitato a Napoli, il cafone ha ritenuto di fare commenti. E io credo che quel cafone politico abbia dimostrato di essere tre volte somaro e vi spiego perché“.
De Luca è un fiume in piena: “Primo, perché se uno organizza il 3 giugno una manifestazione a Roma, nel totale disprezzo delle regole di sicurezza, insieme con la Vispa Teresa, vuol dire che ha la faccia come il suo fondoschiena, peraltro usurato. Secondo motivo di ciucciaria, direbbe Eduardo De Filippo: si fa un assembramento notturno e l’equino, questo somaro geneticamente puro, domanda al presidente della Regione dov’era, mentre l’obbligo di garantire il rispetto delle norme nazionali riguarda il ministero dell’Interno e il prefetto, il presidente della Regione non c’entra niente. Infine, terzo motivo, siamo di fronte davvero ad atti di volgare sciacallaggio, perché se noi avessimo adottato lo stesso criterio di strumentalità, dopo il nostro rigore amministrativo nella gestione dell’epidemia, avremmo dovuto dire parole di fuoco nei confronti di altre realtà del Nord, di altri sistemi sanitari nei quali si sono registrati morti a migliaia. In Campania – ricorda De Luca – si sono registrati 4.615 casi di Covid. Al Nord, chi ha retto meglio, cioè il Veneto, ne ha avuti il quadruplo. La Lombardia ha avuto venti volte in più di contagi rispetto alla Campania. Per quanto riguardale persone decedute, sempre il Veneto cinque volte più della Campania, la Lombardia addirittura quaranta volte in più. Se fossimo stati sciacalli, sulla base di questi dati, avremmo scatenato una campagna di aggressione mediatica nei confronti di altre realtà del Paese. Ma noi, a differenza del Neanderthal, siamo persone civili e ribadiamo la nostra solidarietà ai nostri concitadini di altre parti d’Italia che hanno sofferto tragedie inimmaginabili, guardando con spirito di coesione nazionale alle vicende dell’epidemia, ma anche ricordando – conclude – a chi ha la memoria corta che la Campania è stata la più rigorosa a chiudere tutto quando c’erano le prime avvisaglie, quindici giorni prima rispetto agli altri, mentre in altre parti d’Italia si continuava a ballare e a bere“.
Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?