Sgominata un’associazione di stampo camorristico dedita al traffico di sostanze stupefacenti. Nella mattinata di oggi, i carabinieri del nucleo investigativo di Caserta, tra le province di Terra di Lavoro e di Latina, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Sette persone (appartenenti ai clan Belforte e Mazzacane) sono ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di associazione di tipo mafioso. L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli-Dda, si è avvalsa dell’utilizzo di attività tecniche e servizi di osservazione, arrivando all’emissione di provvedimenti restrittivi in carcere per quattro persone e agli arresti domiciliari per le altre tre. La misura cautelare ha colpito figure di spicco tra gli affiliati ai due clan: Concetta Buonocore, moglie di Antonio Della Ventura detto “il coniglio”, capozona a Caserta del clan Mazzacane e Michele Maravita, genero delle due persone citate e gestore del traffico di stupefacenti nel capoluogo casertano.
L’attività di indagine è stata avviata nell’aprile del 2017 e ha consentito agli inquirenti di accertare a fondo i ruoli dei vertici dell’associazione. Concetta Buonocore, nonostante fosse detenuta, veniva costantemente informata dell’andamento degli affari e di come era gestita la situazione all’esterno. Grazie alle informazioni da congiunti e collaboratori, era riuscita a mantenere un saldo controllo sulle attività illecite del gruppo criminale. Il controllo riguardava anche il potere di organizzare regolamenti di conti nei confronti di persone che avevano mancato di rispetto nei confronti del genero Michele. Quest’ultimo, per conto della suocera, aveva assunto la direzione degli affari di famiglia gestendo le attività commerciali (un centro scommesse e un negozio di animali), dirigendo le attività illecite (come usura, estorsioni e riciclaggio) e provvedendo al sostentamento dei propri collaboratori e anche dei detenuti. Si configurava, pertanto, come il vero punto di riferimento per gli appartenenti al clan nelle zone di Caserta, Maddaloni e comuni limitrofi.
Il braccio destro di Michele Maravita è risultato essere Agostino Vergone, che si occupava principalmente della conduzione delle piazze di spaccio. Il suo compito era quello di fornire e a volte imporre le sostanze stupefacenti ai vari pusher. Consiglia D’Angelo, invece, era ritenuta la faccendiera di Michele Maravita e si occupava di tutto ciò che era ritenuto necessario per portare avanti le operazioni del gruppo criminale. Reperiva, ad esempio, i telefoni cellulari e le schede telefoniche che venivano, poi, intestate a persone fittizie. Compito suo era anche organizzare gli accompagnamenti in carcere per le visite a Concetta Buonocore e alla famiglia Della Ventura.
Le piazze di spaccio, come accennato in precedenza, venivano materialmente gestite da Agostino Vergone. Il trentenne si avvaleva della manovalanza di pusher identificati come Ferruccio Coppola, Umberto Giglio e Paolo Cinotti, che si occupavano di vendere stupefacenti di tipo cocaina, hashish e marijuana. Le sostanze stupefacenti venivano procurate da diverse zone del Napoletano, grazie all’intermediazione di Giuseppe Orefice che si occupava in particolar modo dell’hashish. Il giro d’affari corrispondeva a svariate migliaia di euro a settimana, consentendo a Michele Maravita di sostenere un tenore di vita piuttosto elevato. Tra viaggi all’estero in residenze di lusso, gite in barca e puntate ai casinò, gli inquirenti hanno scoperto anche che, nel luglio 2017, l’influenza e la forza del clan era riuscita a far deviare la processione religiosa della Vergine Delle Grazie fin sotto la casa di famiglia. Una chiara dimostrazione di egemonia del clan nella frazione Santa Barbara di Caserta.
Nel maggio 2017, tuttavia, si registrarono alcuni tumulti e momenti di tensione all’interno del sodalizio, tra i clan Belforte e Mazzacane poiché il pusher Paolo Cinotti aveva mostrato l’intenzione di rendersi autonomo, in uno slancio di ribellione per iniziare, forse, una sua personale associazione mafiosa dedita al mercato della droga. Michele Maravita, nel tentativo di ripristinare la gerarchia, organizzò un agguato per la sera del 23 maggio, nel quale Paolo Cinotti venne aggredito. A partecipare all’agguato furono in molti, tra cui anche Agostino Vergone che, nell’occasione, esplose un colpo d’arma da fuoco, senza conseguenze. L’attività investigativa ha confermato la piena attività dei due clan Belforte e Mazzacane, che agiva con particolare riferimento ai comuni di Caserta e Maddaloni. Tra le sette persone colpite dall’ordinanza di custodia cautelare, quattro sono i destinatari della misura in carcere: Concetta Buonocore (57 anni), Michele Maravita (32 anni), Consiglia D’Angelo (45 anni) e Agostino Vergone (30 anni). Le restanti tre persone, invece, destinatarie della custodia cautelare agli arresti domiciliari sono: Ferruccio Coppola (31 anni), Umberto Giglio (35 anni) e Giuseppe Orefice (42 anni).
Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?