Durante le festività pasquali, la pausa della didattica a distanza con la quale le scuole e l’università stanno andando avanti in tempo di lockdown anti-virus permette di fare un primo bilancio di un’esperienza che, fin dall’inizio, sembra procedere a doppia velocità, con l’istruzione primaria e secondaria più in ritardo rispetto agli atenei. Ma era anche inevitabile, perché la frequenza quotidiana del lavoro di classe con bambine e bambini di scuola elementare oppure con studenti delle medie o delle superiori propone specificità e difficoltà differenti rispetto all’insegnamento universitario, per il quale spesso non è previsto nemmeno l’obbligo di frequenza alle lezioni.
Fin dai primi giorni, i più in difficoltà sono sembrati essere maestri e professori costretti ad aggiornamenti in tempi rapidissimi e a familiarizzare con tecnologie quasi sempre conosciute e maneggiate meglio dai loro studenti. E questo, almeno in una prima fase, ha prodotto anche una serie di quasi inevitabili inconvenienti, per esempio con bambini costretti a trascorrere ore su improvvisati gruppi Whatsapp ad ascoltare audiolezioni ben poco interattive, ma anche in alcuni casi con incursioni da parte di studenti poco ligi alle regole – a metà tra i buontemponi e i cyber-bulli – o, ancora peggio, di hacker sempre pronti a sfruttare a loro vantaggio le vulnerabilità delle piattaforme informatizzate.
Anche in Campania, in questa prima fase che, non soltanto simbolicamente, si può considerare chiusa proprio con le festività di Pasqua, sono stati segnalati in queste settimane numerosi episodi spiacevoli. In un istituto comprensivo napoletano, per esempio, ci sono stati studenti che hanno iscritto alle lezioni virtuali personaggi di fantasia dei loro videogiochi preferiti, o altri che modificando i link inseriti dagli insegnanti per gli approfondimenti didattici sono riusciti a sostituire serissimi documentari di storia con episodi di serie molto amate dai giovanissimi come La casa di carta o Riverdale. Addirittura, in una scuola media di Napoli uno studente, evidentemente molto ferrato in informatica, è riuscito persino a sostituirsi a un suo docente, dopo averne acquisito il nickname, per mettere a disposizione dei compagni una piattaforma per la didattica a distanza, assegnando loro i compiti, correggendo gli esercizi, mettendo voti e finanche note disciplinari.
Per fortuna, nonostante i gruppi di studenti-hacker che stanno nascendo numerosi sui social network con l’obiettivo di mettere i bastoni tra le ruote della didattica on line, la normalità è fatta di ragazze e ragazzi che stanno partecipando con passione e puntualità alle lezioni a distanza e di docenti che continuano ogni giorno a mettercela tutta, con grande impegno e spirito di sacrificio, per non far sentire soli o distanti i loro studenti e continuare a insegnare le varie materie scolastiche, molto spesso integrando la didattica in video con materiali audiovisivi come film o documentari, brani musicali, in modo da rendere ancora più interessante e coinvolgente l’esperienza formativa.
Intanto, a livello universitario, la Federico II di Napoli, uno tra gli atenei più grandi e importanti a livello italiano, comunica il primo, lusinghiero bilancio del mese inaugurale di didattica on line, con numeri importanti, primo tra tutti quello relativo ai 1.428 laureati e 12.952 esami sostenuti, tutti rigorosamente in modalità a distanza, dal 9 marzo al 9 aprile. “Dopo circa quattro settimane da quando l’offerta didattica, gli esami, le lauree sono iniziati con l’erogazione on-line, abbiamo la possibilità – sottolinea il rettore Arturo De Vivo – di fare un bilancio che affidiamo ai numeri. Il dato acquisito al 9 aprile ci indica numeri a mio avviso importanti, che testimoniano come la Federico II abbia dato una risposta pronta a questa emergenza. Le risposte alle preoccupazioni dei nostri studenti sono state anche date con decisioni che abbiamo assunto. La seduta d’esame straordinaria, per esempio, continua fino al 30 aprile, mentre entro il 15 giugno, che è la data formale di chiusura delle attività della sessione straordinaria dell’anno accademico 2018-2019, faremo in modo di fissare sedute di laurea per gli studenti che avessero concluso gli esami entro il 30 aprile e che per le difficoltà del periodo, abbiano avuto ulteriore necessità di approfondimenti per concludere il loro lavoro di tesi. E stiamo approntando modalità per poter sostenere anche gli esami scritti a distanza. Inoltre, un segnale importante che l’Ateneo ha ritenuto di dover dare ai suoi studenti e alle preoccupazioni evidenti di molte famiglie è quello che riguarda l’ultima rata dell’anno accademico in corso delle tasse da versare, la cui scadenza non è più il 30 aprile, ma il 30 giugno. Infine, riprendono anche tutte le attività degli organi collegiali attraverso la modalità telematica, consentendo quindi una piena ripresa delle riunioni dei Dipartimenti, del Consiglio di amministrazione, del Senato accademico, proprio perché – conclude il rettore – in un momento di vita sospesa l’attività dell’università possa continuare in normalità, perché nessuno resti indietro“.