Dopo un mese abbondante di blocco totale e disorientamento assoluto da parte dei produttori e distributori (oltre che di danni economici ingentissimi per le loro categorie e per quella degli esercenti), da un paio di settimane il mondo del cinema ha iniziato anche in Italia a scendere a patti col lockdown anti-virus e con la conseguente assenza di sale cinematografiche (tutte chiuse) nelle quali far uscire film già annunciati e poi bloccati in seguito all’esplosione dell’epidemia.
Così, in questi giorni di anomale festività pasquali da trascorrere chiusi in casa, gli appassionati possono far ricorso a numerose piattaforme di streaming video on demand, per gustarsi alcuni film in prima visione che, per ovviare all’assenza di schermi fisici, vengono distribuiti direttamente su internet. Per questa visione on line, ovviamente, è previsto un costo, così come avviene quando si acquista il biglietto d’ingresso in sala. Anche se va precisato, purtroppo, che i prezzi per le visioni casalinghe on line sono ancora decisamente troppo alti rispetto a ciò che lo spettatore avrebbe speso per recarsi al cinema.
Le piattaforme sulle quali sono disponibili i nuovi film di fresca distribuzione, comunque, sono diventate parecchie ormai anche per l’appassionato italiano, che può scegliere tra iTunes, Google Play, Rakuten Tv, TimVision, Amazon Prime Video, Infinity, Chili e Now Tv. Persino Sky ha attivato un nuovo servizio, Sky PrimaFila Premiere, che dal 10 aprile permette ai suoi abbonati tramite satellite o fibra il noleggio dei titoli in prima visione cinematografica.
Dal punto di vista dell’offerta, la Pasqua del cinéfilo casalingo, in ogni caso, propone un menù decisamente variegato, che oscilla tra commedia, horror, cartoni animati, action-thriller, film in costume e via elencando, con in prima fila la Universal Pictures Italia (la più tempestiva a puntare sulla distribuzione on demand). Già disponibili per la visione a noleggio, infatti, sono Emma. (con il punto nel titolo) di Autumn de Wilde con la brava e intensa Anya Taylor-Joy, l’interessante survival politico The Hunt di Craig Zobel, il divertente cartoon Trolls World Tour di Walt Dohrn, il terrificante thriller-horror L’uomo invisibile di Leigh Whannell con la sempre bravissima Elisabeth Moss (qui nella foto), l’adrenalinico e un po’ tamarro cinecomic Bloodshot di Dave Wilson con Vin Diesel e, da oggi, l’attesa commedia italiana Un figlio di nome Erasmus diretta da Alberto Ferrari con un bel cast corale composto da Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Ricky Memphis, Daniele Liotti e Carol Alt.
Basato sul romanzo omonimo di Jane Austen, Emma. è la quarta trasposizione da un’opera tradizionalmente molto amata dal cinema e, fin dal punto inserito all’interno del titolo, aspira a essere quella definitiva. In ogni caso, il film nelle mani della regista (e nota fotografa e autrice di videoclip) Autumn de Wilde si trasforma in un riuscito e mai pedante elogio femminista del potere della parola, ma anche dei sentimenti, messo in scena con sguardo scintillante (anche nella resa fotografica dei colori e dei costumi) assolutamente contemporaneo nonostante il rispetto dell’ambientazione originale ottocentesca. Tale approccio, peraltro, è ideale per esaltare ancora di più la notevole performance della magnifica protagonista, Anya Taylor-Joy, a sua volta ben affiancata da un rodato gruppo di bravi caratteristi britannici come Johnny Flynn, Mia Goth, Miranda Hart, Josh O’Connor, Callum Turner, Rupert Graves e Bill Nighy.
The Hunt, invece, è la più recente produzione a medio-basso budget della Blumhouse, la sempre più agguerrita casa di produzione di Jason Blum, ormai nuovo “Re Mida” dell’horror contemporaneo grazie a successi travolgenti come Scappa – Get Out o la saga de La notte del giudizio. Stavolta, con la complicità produttiva di Damon Lindelof (anche sceneggiatore, assieme a Nick Cuse) e la regia affidata al buon Craig Zobel, il risultato è un apologo politico feroce e amarissimo, che sotto le spoglie di un serrato thriller-horror di genere survival si propone come agghiacciante metafora della società contemporanea sempre più polarizzata tra chi ha troppo e chi non ha niente (il film ha avuto “l’onore” di essere demolito addirittura dal presidente Trump in persona, via Twitter). Lo spunto di partenza è il racconto distopico La partita più pericolosa, scritto da Richard Connell nel 1924 e già portato al cinema in precedenti occasioni, ma in questa versione a colpire lo spettatore è soprattutto il sottotesto politico, pieno di riferimenti al nostro tempo.
Chi s’è divertito, quattro anni fa, con le colorate avventure animate degli scoppiettanti troll capeggiati da Poppy e Branch avrà certamente pane per i suoi denti col sequel Trolls World Tour, diretto da Walt Dohrn e stavolta ancora più declinato in chiave musicale, grazie all’escamotage narrativo di cinque nuove tribù di troll sparse su altrettanti mondi e ciascuna dedicata a un differente genere musicale: pop, funk, classica, techno, country e rock. In originale, il film (che propone una bella colonna sonora piena di hit pop-rock) è arricchito da tante voci note scelte per doppiare i vari personaggi, soprattutto nelle parti cantate. Così, assieme ad Anna Kendrick e Justin Timberlake (Poppy e Branch) è possibile ascoltare, tra gli altri, anche Rachel Bloom e Ozzy Osbourne, Mary J. Blige e Kelly Clarkson. Nella versione italiana, tra i cantanti coinvolti nel doppiaggio ci sono, invece, beniamini dei più giovani come Francesca Michelin, Stash, Elodie e Sergio Sylvestre.
Il vero successo horror della stagione americana pre-lockdown è stata questa rilettura di uno tra i più classici mostri della Universal, affidata ancora una volta alle cure produttive di Jason Blum. Stavolta, però, la storia non è raccontata dal punto di vista de L’uomo invisibile del titolo, bensì da quello della donna che ne resta vittima. E proprio tale rovesciamento dà al film di Leigh Whannell una freschezza notevole e lo rende decisamente terrificante. Al resto pensa la sempre più brava Elisabeth Moss, ormai certamente una tra le attrici di riferimento della sua generazione. Dal punto di vista tematico, il film dice cose interessanti anche su argomenti importanti, primo tra tutti quello della violenza sulle donne, ma lo fa senza mai rinunciare alle sue qualità spettacolari e di coinvolgimento emotivo dello spettatore. Costato appena sette milioni di dollari, ne ha incassati finora già circa 125, a conferma di come Blum sappia trasformare in oro tutto ciò che tocca.
Si poteva fare decisamente meglio, invece, per questa prima trasposizione ufficiale da un fumetto della casa editrice americana Valiant Comics. Ma questo Bloodshot diretto dall’onesto artigiano Dave Wilson non va oltre lo spettacolone fracassone a tutta azione costruito intorno al corpaccione di Vin Diesel. Tratto dall’omonimo fumetto realizzato nel 1992 da Kevin VanHook, Don Perlin e Bob Layton, il film racconta la storia dell’ex militare statunitense Raymond Garrison, al quale vengono inseriti nano-droidi nel corpo donandogli poteri sovrumani ma cancellandogli la memoria. Accanto al muscoloso attore reso famoso da Fast & Furious recitano anche Guy Pearce, Eiza González, Sam Heughan, Toby Kebbell, Lamorne Morris, Talulah Riley, Alex Hernandez e Jóhannes Haukur Jóhannesson.
Infine, l’attesa commedia italiana Un figlio di nome Erasmus diretta da Alberto Ferrari è la prima produzione cinematografica targata Eagle Pictures, nonché il primo lungometraggio italiano ad alto budget a intraprendere la strada del debutto direttamente in streaming. Interpretata da un quartetto di protagonisti composto da Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Ricky Memphis e Daniele Liotti, il film narra in modo tenero e un po’ nostalgico le avventure di quattro amici quarantenni che, a distanza di vent’anni dal loro Erasmus a Lisbona, ritornano in Portogallo per affrontare un viaggio inaspettato alla scoperta di un segreto che potrebbe completamente cambiare la vita almeno a uno di loro. Nel cast corale, accanto ai quattro protagonisti spiccano anche le presenze femminili di un astro nascente del cinema portoghese come Filipa Pinto e, al suo ritorno sullo schermo, di un’icòna della bellezza anni Ottanta come Carol Alt.
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