Raffaella Maietta, l’insegnante di 55 anni travolta e uccisa da un treno in corsa nella stazione di Marcianise (Caserta), non avrebbe avuto nessun motivo per togliersi la vita. È quello che sostengono i familiari della donna, vogliono vedere chiaro sulle cause della morte, capire se ci possono essere state eventuali persone responsabili a titolo omissivo dell’accaduto o che hanno procurato o addirittura istigato l’evento drammatico, e per questo hanno nominato due avvocati – Raffaele e Gaetano Crisileo – che entro breve presenteranno un esposto alla Procura di Santa Maria Capua Vetere.
La tragedia nella mattina del 5 maggio scorso. La 55enne, come ogni mattina, era andata alla stazione di Marcianise per raggiungere Napoli e quindi la scuola elementare dove lavorava, nei pressi di piazza Garibaldi. Poco dopo le 8, però, è stata investita dal treno. Deceduta sul colpo. Sulla vicenda la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un fascicolo, la Polfer di Marcianise ha acquisito i nastri di alcune telecamere della stazione di Marcianise che avrebbero ripreso l’investimento. Accertamenti verranno effettuati anche sul telefono cellulare della donna, che potrebbe rivelare importantissimi elementi per ricostruire le ultime ore della donna.
Luigi, il marito, operaio in una ditta edile della zona, e i due figli di Raffaella, rispettivamente di 30 e 28 anni, insegnanti nel Nord Italia, rifiutano di accettare la prima ipotesi degli investigatori, quella del gesto estremo, e dichiarano che la loro congiunta non aveva alcun motivo per porre in essere un’azione di autolesionismo del genere, peraltro così plateale, o almeno, sono convinti che qualcosa sia successo in quelle due ore tra quando la donna ha lasciato l’abitazione a quando è avvenuto l’investimento. E chiedono che le indagini proseguano, senza che venga tralasciato alcun minimo dettaglio della vicenda.