Sono terminate le proteste, ma la tensione nelle carceri campane rimane alta. Tutto è iniziato ieri, dopo la notizia del primo caso di Coronavirus registrato nei penitenziari della regione. A risultare positivo è un detenuto della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, ora ricoverato al Cotugno, l’ex deputato dell’assemblea regionale siciliana Paolo Ruggirello, in carcere per associazione mafiosa.
Ruggirello era rinchiuso nel reparto Tamigi, subito isolato e con i 137 detenuti e i 54 agenti in servizio testati in modo rapido. Per tutti, come annunciato nella tarda serata di ieri dal Garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello, “l’esame ha dato esito negativo”. Fino a quando, però, la notizia non si è diffusa fra i detenuti del carcere sammaritano, una parte considerevole, circa 150, aveva continuato ad occupare tre sezioni del reparto Nilo. Dalle 20,30 a mezzanotte, le persone recluse hanno tenuto sotto tensione gli agenti penitenziari presenti nell’istituto e le forze dell’ordine giunte per controllare la struttura dall’esterno. Nessuno degli agenti è stato ferito durante la rivolta, ma i detenuti hanno minacciato di buttare olio bollente su chiunque si avvicinasse.