Il 44enne, Raffaele Caiazzo, ha ammesso di avere ucciso il marito della figlia, Luigi Cammisa, ma di avere un vuoto di memoria dei momenti successivi, e dunque di non ricordare di avere ammazzato anche la nuora, la 24enne Maria Brigida Pesacane.
È questa, in sintesi, la parziale confessione resa da Caiazzo, ieri nel corso dell’interrogatorio avvenuto davanti al PM di Napoli nord Alberto Della Valle. L’ultimo ricordo di Raffaele Caiazzo, si fermerebbe a quando era davanti all’uscio dell’appartamento dove era la 24enne, moglie del figlio. Anche se per gli inquirenti il 44enne avrebbe fatto tutto da solo uccidendo prima il genero e poi la nuora.

Nei confronti dell’uomo, assistito dall’avvocato Luigi Ciocio, la Procura di Napoli Nord ha emesso ieri sera un provvedimento di fermo, al termine di un lungo interrogatorio: è accusato di duplice omicidio, con le aggravanti dei futili motivi e di avere agito contro un affine in linea diretta, e di detenzione e porto d’armi abusivi.
Il 44enne avrebbe ammazzato i due giovani perché convinto che avessero una relazione extraconiugale; convinzione che sarebbe nata anche dal fatto che avrebbe visto Luigi Cammisa uscire dall’edificio in cui abita Maria Brigida Pesacane. Ed è per questo motivo che c’erano già state furiose liti coi parenti, e di aver informato anche i due figli, coniugi delle vittime, che però lo avevano accusato di inventarsi tutto e di essere un ‘rovina famiglie’. L’ultima discussione proprio la sera del 7 giugno, poche ore prima dell’omicidio: in quella circostanza gli avrebbero detto che non gli avrebbero fatto vedere i nipotini. Le minacce, non hanno però sortito effetto, e ieri mattina Caiazzo ha preso una pistola e ha ucciso in strada, a piazza Sant’Antonio, il genero Luigi. Dovrebbe tenersi domani mattina, 10 giugno, intanto, davanti al gip di Napoli Nord, l’udienza di convalida del fermo disposto dalla Procura guidata da Maria Antonietta Troncone.
