Ricapitoliamo. L’Ema, dopo giorni di analisi sui casi di trombosi riscontrati in vari Paesi europei, ha ribadito nel corso del pomeriggio che il vaccino AstraZeneca è sicuro ed efficace. “I suoi benefici nel proteggere le persone dal Covid-19, con i rischi connessi di ospedalizzazione e morte, superano gli svantaggi legati a possibili effetti collaterali”, ha detto la direttrice esecutiva Emar Cook. L’Agenzia europea non ha, in ogni caso, archiviato definitivamente la questione, ma ha proposto una modifica ai warnings del bugiardino e assicurato che il monitoraggio su eventuali reazioni avverse gravi continuerà in maniera più approfondita di prima. La notizia del nuovo via libera all’impiego del farmaco è stata accolta con soddisfazione dal Governo italiano: Mario Draghi ha infatti annunciato che le somministrazioni riprenderanno già a partire da domani.
Un’enorme perdita di tempo sulla tabella di marcia della campagna vaccinale? Assolutamente no. La scienza medica, per sua natura, non può essere oggetto di fede dogmatica e, pertanto, la farmacosorveglianza non è solo utile, ma rappresenta una necessaria garanzia di sicurezza e controllo per la salute di tutti noi. Per quanto ogni ora persa faccia la differenza, l’importanza degli accertamenti sulla salubrità dei farmaci impiegati non può essere sottostimata. Dal punto di vista meramente logistico, inoltre, recuperare alcuni giorni di stop nell’uso di un singolo vaccino, data purtroppo anche la scarsità di dosi a disposizione, non è un’impresa impossibile.
La sfida davvero impegnativa che attende le autorità sanitarie nelle prossime settimane è un’altra: combattere la diffidenza nei confronti del vaccino AstraZeneca di una buona fetta della popolazione italiana, bombardata per giorni da informazioni contraddittorie e allarmistiche sugli effetti collaterali del farmaco. Quella a cui abbiamo assistito è stata una vera e propria onda anomala di paura che, come sempre accade in questi casi, ha finito per distorcere la percezione della realtà di molti. Le notizie di singoli decessi sospetti, con le verifiche dell’Ema in corso e nessun dato che avvalorasse nessi di causalità con il vaccino, sono infatti riuscite a far passare in secondo piano anche i 502 morti per Covid-19 registrati in ventiquattr’ore nel Paese lo scorso 16 marzo.
Un dato, questo, che appare particolarmente inquietante quando si pensa che ogni giorno perso nel percorso di immunizzazione ci costa decine, centinaia di vite umane. Ora, in questa drammatica corsa contro il tempo, all’annoso problema della scarsità delle dosi si sono aggiunti improvvisamente nuovi macroscopici interrogativi. Quanti giorni di campagna vaccinale ci costerà lo scetticismo diffusosi nell’ultima settimana? Si può elaborare un piano logistico per recuperare il tempo perso a causa del blocco deciso dall’Aifa e avere la ragionevole certezza che funzioni, ma quale strategia potrà essere messa in campo per convincere gli italiani a fidarsi nuovamente del vaccino AstraZeneca?
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