Nel 2014, in memoria di una giovane donna morta per tumore, nasce la Stranormanna, una gara podistica che ha come presidente Giuseppe Andreozzi. In breve tempo quella che era una semplice gara cittadina e informale diventa un evento cui aderiscono ogni anno centinaia di persone. Ma benché il pilastro fondante della Stranormanna sia la prevenzione dei tumori, intorno a questa realtà si sono sviluppate altre attività. come l’educazione allo sport, il senso di solidarietà tra partecipanti e la valorizzazione del territorio. Dando la parola a Giuseppe Andreozzi abbiamo ripercorso insieme le idee che hanno portato alla nascita di tale progetto e riflettuto su alcuni importanti aspetti che sono la “chiave della felicità”. Fare qualcosa di positivo, in piccolo o in grande, fa del bene al prossimo ma in primis a se stessi. Questa intervista all’ascolto può rappresentare un viaggio verso la comprensione di sé e del proprio agire: perché vivere l’oggi in virtù del domani? Perché agire con la speranza di un compenso? Cosa significa realmente fare del bene?
Lo sport è salute ma anche veicolo formativo, se vissuto nel mood giusto, in grado di influenzare stili di vita e modi di pensare di chi vi partecipa. Con lo sport si possono apprendere la disciplina, la tenacia nel raggiungere un obiettivo, la capacità di collaborare per un unico scopo promuovendo inoltre amicizia e inclusione sociale. Nasce quindi spontaneo il parallelismo tra sport e vita, ma come nello sport è indispensabile avere un’eduzione tale da comprendere che la “vittoria” intesa come trofeo non è il solo scopo per cui ci si mette in gioco, così nella vita dovremmo agire secondo l’essere e non l’avere. Intraprendiamo dunque attraverso le parole che sentirete pronunciare un percorso attraverso la coscienza. “Tutti gli eventi passati sono cristallizzati nel tempo e se un domani ogni cosa finisce il ricordo di ciò che abbiamo fatto resta per sempre”.
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