Viene spesso chiamato in causa, ma per il suo ruolo di presidente del Consiglio comunale di Aversa ha, fin dal giorno del suo insediamento, mantenuto un profilo basso e defilato. Carmine Palmiero, in questa fase delicata di crisi politica in città, ha accettato di concedere un’intervista esclusiva a Il Crivello.
Presidente, cosa è cambiato rispetto al periodo della campagna elettorale, nel corso della quale la coalizione era coesa ed entusiasta, mentre oggi i dissapori nella maggioranza sono palpabili?
“Potremmo cominciare l’elenco delle cose che sono cambiate a partire dal disarmante impatto avuto con la macchina amministrativa, impantanata in un coacervo di vincoli burocratici. A parte tre o quattro degli esponenti di maggioranza, l’attuale compagine politica che amministra la città di Aversa è formata da giovani alla loro prima esperienza, che non si aspettavano il tortuoso percorso da affrontare per l’approvazione di ogni singolo atto amministrativo. Questo ha avuto sicuramente un impatto negativo di carattere generale. Innegabile poi è la diversità di vedute sui grandi temi, questioni sulle quali non c’è mai stata una vera convergenza se non per traghettare la maggioranza verso una linea unitaria. Questo è avvenuto grazie a chi è riuscito a mediare e a trovare una sintesi che ha permesso di avere i numeri necessari in Consiglio comunale. Tuttavia, una parte sostanziale della maggioranza ha avanzato proposte concrete e attuabili per addivenire a una risoluzione delle varie controversie. Bisognerebbe comprendere i motivi per i quali quelle proposte non hanno mai trovato riscontro. Ad oggi non saprei darle una risposta”.
Come si spiega l’abbandono di alcuni assessori, nonostante fossero stati scelti direttamente dal sindaco? La defenestrazione dell’assessore al Bilancio Nico Carpentiero ha acuito la crisi politica. Perché secondo lei si è fallito su un settore di vitale importanza per l’ente locale?
“Due dei tre assessori che hanno lasciato la giunta, lo hanno fatto per motivi personali. È chiaro che, in qualsiasi caso, la tempistica ha giocato un ruolo fondamentale, dovendosi considerare anche una questione di mera opportunità. In riferimento all’assessore Carpentiero, invece, posso affermare con assoluta certezza, che sul Bilancio stava portando avanti un lavoro eccellente. Non di rado lavorava anche di notte per far venire alla luce questioni che sembravano poco chiare. Insomma, il settore più importante del nostro Comune aveva al proprio timone un uomo che stava realizzando tutto quanto da noi narrato in campagna elettorale: la cosiddetta operazione verità stava per concretizzarsi. Poi, tutti sappiamo come è andata a finire. Lei parla di fallimento in un settore così strategico; io, invece, che per carattere non sono un disfattista, sono certo che il nuovo assessore Francesca Sagliocco, a cui vanno gli auguri di buon lavoro, continuerà nel solco di quanto già costruito da Carpentiero. Se così non fosse, verificheremo in sede di approvazione di Bilancio se e quali criticità emergeranno”.
Approva l’operato del sindaco Alfonso Golia negli ultimi mesi? Cosa ha fatto di buono e dove ha sbagliato?
“Ho visto il sindaco lavorare in modo incessante fino a tarda notte, i suoi sforzi e il suo impegno sono encomiabili. Certo che approvo il lavoro che sta portando avanti. La dialettica interna a una maggioranza e il confronto sono il sale della democrazia. Ha fatto benissimo a riportare l’Ambito ad Aversa. Ottima la gestione dell’emergenza sanitaria in corso, grazie anche alla disponibilità da parte di tutti i consiglieri, di maggioranza e minoranza, a cui va il mio personale ringraziamento.
All’opposto, invece, non credo di poter parlare di eventuali errori del primo cittadino. Più che altro, posso dire che avrei gestito in modo diverso alcune emergenze, come la chiusura del mercato ortofrutticolo o il rinnovo dei contratti ai dirigenti comunali. Ma ripeto, si tratta di visioni diverse e probabilmente allo stesso modo legittime”.
Mi dà un giudizio politico sulla scelta dei nuovi assessori?
“Vorrei anche darle un giudizio sui nuovi assessori, ma non posso. A parte la dottoressa Sagliocco, che ha ricoperto lo stesso ruolo quando ero in maggioranza con il sindaco Enrico De Cristofaro, ci sono l’avvocato Mario De Michele, che non ho mai avuto il piacere di incontrare sul mio percorso politico, e la dottoressa Elena Caterino; quest’ultima devo dire che da consigliere comunale ha fatto molto bene, ma come assessore non ho ancora avuto il piacere di vederla operare. Il primo cittadino, adempiendo alle sue prerogative, ha proceduto alla nomina dei nuovi componenti della giunta in modo autonomo e indipendente e sono certo che, a differenza della precedente esperienza, avrà approfondito la sua conoscenza in merito alle competenze dei nuovi assessori. Diversamente ci ritroveremmo tra pochi mesi di nuovo con un esecutivo monco e questo sarebbe devastante per il buon andamento dell’amministrazione comunale”.
Come giudica la presa di posizione dei cinque consiglieri di maggioranza che sono in disaccordo con il primo cittadino?
“Legittima. Come le posizioni di tutti i consiglieri comunali, che avendo ricevuto un mandato dai cittadini vogliono che sia perseguito e rispettato il programma politico sostenuto in campagna elettorale. Quest’ultimo deve essere attuato e, per essere realizzato, deve rispettare i principi imprescindibili di coerenza da una parte e di lealtà dall’altra. Un rapporto di fiducia tra organi del medesimo Ente, basato sulla reciproca considerazione e sul rispetto dei ruoli e delle responsabilità verso i cittadini. Se lungo il percorso del mandato elettorale, una delle parti viene meno, sorge l’esigenza di riparare la frattura nel più breve tempo possibile o, con senso di responsabilità, trovare una strada alternativa. Cerco di essere quanto più possibile equidistante dalle posizioni politiche dei vari gruppi consiliari, ma nonostante ciò, non di rado, sono chiamato in causa pur non conoscendo l’oggetto della disquisizione. Per esempio, è di questi giorni una polemica che oltre ad essere falsa è di bassissimo livello. Qualche testata online ha riportato una notizia, nella quale si affermava che io e i cinque consiglieri comunali di cui lei parla saremmo andati alla ricerca di firme per sfiduciare il sindaco. Mai sentito nulla di più falso. Sfido chiunque a fare nomi e cognomi delle persone coinvolte in questa presunta trattativa e sono a disposizione per un confronto. Ritengo fondamentale elevare il livello del dialogo politico e riportarlo su temi seri e importanti per la città: se così non fosse, avremo fallito tutti”.
Teme che ci possano essere contraccolpi per la maggioranza in vista del voto del Bilancio di previsione?
“Le eventuali valutazioni politiche sul Bilancio le lascio ai vari gruppi consiliari e sono certo che sapranno portare avanti, non escludendo nessuna ipotesi, l’idea di città che abbiamo narrato in campagna elettorale. La città se lo aspetta e vi sono diversi consiglieri che davvero credono in questo e non accetterebbero il ritorno a logiche di parte o di patteggiamento. Certo è che il mio ruolo mi impone di essere al di sopra delle parti, quindi resto, tra le altre cose, concentrato su unico obiettivo: il buon andamento del civico consesso”.
Se dovesse stilare un primo bilancio a pochi mesi dall’insediamento, cosa direbbe?
“Tra le mille difficoltà che ci siamo ritrovati ad affrontare, ritengo che il giudizio sia positivo. È chiaro che abbiamo ancora molto da lavorare; come diceva lei, ci apprestiamo ad approvare il Bilancio e da lì, dal nostro primo Bilancio, potremo cominciare a realizzare l’ambizioso programma in cui i cittadini hanno creduto e per il quale ci hanno eletti loro rappresentanti. Insomma, a prescindere da tutto, io vorrei crederci ancora”.
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