Sette persone, considerate componenti di due clan distinti, ma uniti da un’insolita alleanza, operavano in stretta collaborazione per esercitare un totale controllo sul territorio e sulle attività illecite ad Acerra. L’alleanza tra i due clan è stata svelata grazie a un’operazione di polizia che ha portato all’arresto di quattro persone in carcere, Diego Andretta, Pasquale Balascio, Vincenzo Capone e Behar Jani, mentre per Carmine Pacilio, Salvatore Giordano Pacilio e Antonio Riemma, sono invece scattati gli arresti domiciliari.
Le accuse riguardano una serie di reati, tra cui il trasferimento fraudolento di denaro, usura, estorsione, detenzione di armi e traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile e dal commissariato di Acerra, sotto il coordinamento della Dda di Napoli, sono iniziate a febbraio dello scorso anno. Diego Andretta e Pasquale Balascio, tra gli arrestati, apparterrebbero al primo clan, al clan Andretta. Secondo gli inquirenti ad un certo punto le loro attività illecite (racket) si sarebbero incrociate con quelle di Vincenzo Capone.
Svelate anche l’uso di società fittizie nel settore delle onoranze funebri sul territorio di Acerra. In particolare, le attività investigative esperite hanno appurato che da decenni sul territorio si è sempre distinta la famiglia Pacilio che gestisce in modo pressoché monopolistico l’attività di trasporti funebri, servizi di tumulazione, inumazioni ed esumazioni, stampa ed affissione di manifesti mortuari sul territorio. Nel corso delle indagini è emerso che questa titolarità nel marzo 2022 era stata fittiziamente attribuita dai fratelli Pacilio ad Antonio Riemma, così da eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione: a carico della ditta dei Pacilio era infatti stata emessa un’interdittiva antimafia.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, come tali, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.