Il delirio e la follia no-vax non si fermano di fronte a niente e a nessuno, nemmeno al cospetto delle più alte cariche ecclesiastiche e delle più importanti figure religiose della Chiesa Cattolica. Dopo il raid vandalico compiuto nei giorni scorsi all’hub vaccinale allestito presso la Mostra d’Oltremare di Napoli e le minacce rivolte all’associazione sociale di promozione medica Nessuno Tocchi Ippocrate, i negazionisti e i complottisti della pandemia di Covid-19 sono entrati nuovamente in azione. L’ultimo a finire nel mirino delle loro intimidazioni è stato il vescovo casertano Giacomo Cirulli.
Lo scorso 8 gennaio Monsignor Cirulli, vescovo delle diocesi di Teano-Calvi Risorta e di Alife-Caiazzo, giustamente preoccupato dall’aumento dei contagi in tutta la provincia di Caserta, aveva stabilito con un apposito editto ecclesiastico che tutti coloro che non fossero vaccinati contro il Covid-19 non avrebbero potuto distribuire l’eucaristia. Tale provvedimento limitativo nei confronti di sacerdoti, di diaconi, di religiosi e di laici appartenenti alle due diocesi casertane era stato chiaramente adottato dal vescovo per proteggere sia l’incolumità dei pastori, sia per tutelare la salute dei fedeli da una possibile trasmissione del virus all’atto della distribuzione dell’ostia, in maniera tale da garantire le celebrazioni della Santa Messa in piena sicurezza. Monsignori Cirulli, che tra le altre cose è anche medico in quanto laureato in medicina all’Università degli Studi di Napoli Federico II, aveva preso questa decisione in virtù dell’appello che Papa Francesco aveva rivolto ai fedeli sull’importanza della vaccinazione contro il Covid-19.
Ricalcando le parole del Papa, infatti, Monsignor Cirulli era stato chiaro e sincero, lanciando un appello ai fedeli dalle pagine del quotidiano di ispirazione cattolica l’Avvenire: “Vaccinarsi è un atto d’amore. Anche contribuire a far sì che la maggior parte delle persone si vaccinino è un chiaro gesto d’amore. Amore per sé stessi, per i propri familiari e per gli amici, ma anche per tutti i popoli. I vaccini non fanno miracoli, ma rappresentano attualmente l’unico strumento efficace per combattere questa terribile pandemia”. Appelli, quelli del vescovo casertano e del Pontefice, che condividiamo pienamente e facciamo nostri. Tuttavia sono bastate queste poche semplici parole dettate dal buon senso e dall’amore verso il prossimo per scatenare la furia e la follia antivaccinista.
Dopo il provvedimento limitativo adottato con decorrenza a partire dall’8 gennaio e le dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate del Vescovo Cirulli, in rete e sui social network è andato in scena un vero proprio teatro dell’odio con commenti, affermazioni e ingiurie colme di violenza e di volgarità rivolte contro il prelato e le due diocesi casertane delle quali è a capo. I riflettori dei no-vax sono stati così puntati sulla figura religiosa la quale è stata oggetto anche di pesanti insulti, di minacce e di gravissime intimidazioni da parte di alcuni utenti che sui social hanno lasciato dei commenti che definirli offensivi, deliranti e privi di senso è dire poco. Su questo triste e spiacevole episodio, che sta a dimostrare la pericolosità sociale di certe idee malsane che sfociano inevitabilmente nell’odio, nell’intolleranza e nella follia, sono in corso le indagini da parte degli agenti della Digos di Caserta, i quali hanno fatto visita in questi giorni al vescovo per garantire la sua sicurezza e scongiurare ogni pericolo per la sua incolumità.
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