L’Herpes labiale conosciuto come “febbre delle labbra”, si presenta sotto forma di vescicole ed è provocato dal virus Herpes simplex che, dormiente nell’organismo, ha la tendenza a risvegliarsi in alcune occasioni: quando siamo già debilitati dall’influenza, durante un periodo di stress, in seguito ad un’alimentazione scorretta o ad uno sforzo eccessivo oppure quando esageriamo ad esporci al sole senza la dovuta protezione. Il virus che causa l’herpes labiale si diffonde facilmente da persona a persona. Ci si può infettare, attraverso il bacio, condividendo posate o bevendo dallo stesso bicchiere.

Rispettare le principali misure igieniche e rivolgersi allo specialista quando si sviluppano i sintomi è il primo passo da fare, così da proteggere sé stessi e gli altri, inoltre, onde evitare di peggiorare la situazione è consigliato non grattarsi, evitare baci ed effusioni, non condividere stoviglie e asciugamani, non esporsi al sole. Il contagio può avvenire solo attraverso il contatto diretto con il siero contenuto nelle bollicine e solo per i soggetti che non hanno ancora avuto contatto con il virus, infatti, se si ha un Herpes labiale in atto si sconsiglia però di andare a trovare malati gravi o neonati.
Sulla pelle, l’eruzione è preceduta da una sensazione di formicolio, prurito e/o bruciore. Le bollicine fuoriuscite tendono poi a rompersi e a seccarsi : in circa 7/8 giorni se non si interviene in alcun modo, si guarisce .Per accelerare la guarigione, si può ricorrere ad antivirali in crema, che però funzionano solo se applicati ai primi sintomi, quando le bollicine sono ancora vedo non vedo, cioè quando si comincia ad avvertire un formicolio localizzato, poiché, dopo la fuoriuscita delle bollicine, il virus si ritira subito nei gangli nervosi. Per far cessare poi, il prurito e favorire la guarigione si può applicare un gel a base di cloruro d’alluminio. Raramente, le bollicine possono fuoriuscire in altre parti del viso e, altrettanto raramente, colpire gli occhi, in questo caso, provocano la cheratite erpetica.
