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Home Rubriche Salute e Benessere

Il fumo passivo è in grado di avviare in 30 minuti una serie di meccanismi infiammatori

Secondo i ricercatori, anche una brevissima esposizione al fumo passivo, sia capace di determinare un rapido cambiamento quantitativo di una proteina presente nel sangue e legata a meccanismi infiammatori

redazione di redazione
9 Ottobre 2022
in Salute e Benessere, Scienza

Il fumo incide decisamente sulla risposta terapeutica dei pazienti, peggiorando o rallentando la guarigione. Uno studio di alcuni ricercatori dell’Università degli Studi di Perugia, pubblicato recentemente sulla rivista International journal of environmental research and public health, dimostra come anche una breve esposizione al fumo passivo è in grado di avviare, entro 30 minuti, una serie di meccanismi infiammatori che contribuiscono alla formazione dei danni tissutali, prodotti in seguito ad un’esposizione ripetuta e a lungo termine.  

I ricercatori del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, prof. Mario Rende, ordinario di Anatomia umana, clinica e forense, in collaborazione con quello del prof. Marco dell’Omo, associato di Medicina del lavoro al lavoro nel progetto di Ateneo “Smoke-Free Unipg“, durante l’esperimento, hanno  ricreato un ambiente domestico in cui dei gruppi di volontari, non fumatori, per un’ora sono stati esposti al fumo di alcune sigarette commerciali fatte bruciare in un posacenere. “E’ stato così rilevato – spiegano gli studiosi in un comunicato – come, anche una brevissima esposizione al fumo passivo, sia capace di determinare un rapido cambiamento quantitativo di una proteina presente nel sangue e legata a meccanismi infiammatori, il recettore p75NTR legante una serie di neurotrofine. Tutto questo ha una maggiore rilevanza specie se i soggetti esposti sono dei neonati e dei bambini. I risultati dello studio hanno inoltre dimostrato – riferiscono gli esperti – un ulteriore risvolto di natura medico-legale. Oggigiorno ,infatti, l’esposizione al fumo passivo viene identificata, raccogliendo le urine durante le 24 ore e dosando nelle stesse la concentrazione dei prodotti del metabolismo della nicotina.

All’uopo, i recenti studi hanno reso possibile rilevare l’esposizione al fumo passivo in tempi decisamente molto brevi, attraverso un semplice prelievo di sangue e con il dosaggio del recettore p75NTR. Silvia Masiero, coordinatore commissione editoriale SIdP ,qualche tempo fa asseriva “Smettere di fumare non è certamente semplice e richiede prima di tutto una forte motivazione da parte del paziente e una personalizzazione dell’approccio alla cessazione. A volte bastano pochi semplici consigli, per resistere alla voglia di accendere una sigaretta: provare a rimandare più a lungo possibile l’accensione della sigaretta, controllare la respirazione per rilassarsi e allontanare l’impulso di fumare, bere più acqua e fare qualcosa per distrarsi, come una doccia, una passeggiata o ascoltare la musica che più piace“. In altre situazioni è necessario consigliare di rivolgersi ai centri anti-fumo territoriali a disposizione del cittadino specializzati nell’assistenza alla cessazione di questa seria dipendenza. in ogni caso e ad ogni modo, è sempre bene rispettare i non fumatori evitando loro le spiacevoli occasioni di fumo passivo.

Tags: primopianosigarette elettronichevietato fumare
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