Dopo una lunga notte di interrogatori svoltisi all’interno del commissariato di polizia di Bagnoli, in mattinata Elpidio D’Ambra ha finalmente confessato tutto l’accaduto, ammettendo di essere stato lui ad aver compiuto l’atroce femminicidio di Rosa Alfieri, la giovane ventitreenne di Grumo Nevano, in provincia di Napoli, trovata senza vita all’interno dell’appartamento del killer. Il trentunenne accusato di omidicio, secondo le prime dichiarazioni, la sera dell’assassinio avrebbe convinto la ragazza a entrare in casa con una scusa, affinché lo aiutasse a comprendere meglio gli importi relativi alle bollette della luce.
Una volta che Rosa sarebbe entrata nel suo appartamento al pian terreno, situato proprio al di sotto dell’abitazione della ragazza, nella mente dell’assassino sarebbe scattato un improvviso e incotrollabile raptus di follia e di violenza inaudita. L’assassino avrebbe infatti raccontato agli inquirenti di aver “udito delle voci” nella testa che gli avrebbero ordinato di uccidere la ragazza. Così Elpidio, avrebbe prima tentato di imbavagliare con uno straccio la povera Rosa per non far sentire le sue strazianti urla ai vicini e alla famiglia della ragazza, poi l’avrebbe strangolata con l’ausilio di una sciarpa. Stando sempre alle prime confessioni rilasciate dall’assassino, lo stesso avrebbe negato però di aver tentato di stuprarla sebbene il corpo della giovane sia stato ritrovato quasi seminudo nel bagno, con i vestiti tutti scomposti. La conferma o la smentita se ci sia stata violenza sessuale o meno potrà essere convalidata solamente dopo che sarà reso noto il referto dell’autopsia disposta dai magistrati sulla salma della vittima.
Dopo aver commesso l’omicidio della giovane, l’assassino avrebbe fatto finta di nulla, intrattenendosi addirittura a parlare tranquillamente con i genitori di Rosa che nel frattempo cercavano di rintracciare la figlia per capire che fine avesse fatto, dato che non rispondeva alle chiamate sul cellulare. I genitori erano stati infatti allertati dal ragazzo della figlia, il quale la stava aspettando in tabaccheria, dove la ragazza era solita dare una mano e fare compagnia al suo fidanzato. Al termine delle confessioni, su disposizione degli inquirenti, il trentunenne accusato di omicidio volontario è stato trasferito in mattinata dal commissariato di polizia di Bagnoli presso il carcere di Poggioreale, dove sarà ascoltato anche dall’Autorità giudiziaria. Il giovane si troverebbe tuttora in stato confusionale e verserebbe in una condizione di poca lucidità. La difesa dell’assassino ha pertanto chiesto lo svolgimento di una perizia psichiatrica per capire se al momento del compimento del folle gesto il giovane fosse capace di intendere e di volere. I legali difensori di Elpidio punterebbero infatti alla dichiarazione di infermità mentale del giovane per ottenere eventualmente delle attenuanti sulla pena. Nel frattempo l’omicida, dalle sbarre del carcere di Poggioreale, ha chiesto scusa e perdono alla famiglia di Rosa, dichiarandosi pentito del delitto commesso. Scuse che in queste ore sono arrivate anche dalla madre dell’assassino, la quale aveva però interrotto da tempo i propri rapporti con il figlio a causa dei frequenti dissidi familiari: il giovane aveva avuto già problemi in passato con la giustizia, finendo anche in carcere.
Nella città di Grumo Nevano, paese originario sia della vittima che dell’assassino, è stato pertanto proclamato il lutto cittadino. All’esterno del portone dell’abitazione di Rosa e dei suoi familiari, in via Risorgimento, prosegue il via vai di persone, di amici e di conoscenti che hanno voluto ricordare in lutto la prematura scomparsa della povera ragazza. Sul marciapiede del palazzo sono stati depositati tantissimi mazzi di fiori, candele, lettere di cordoglio per ricordare la figura della giovane, la cui famiglia era molto conosciuta e rispettata nella cittadina dell’hinterland napoletano. In serata, lungo le strade di Grumo, c’è stata anche una commovente fiaccolata svoltasi in suo ricordo. L’amministrazione comunale grumese ha fatto inoltre sapere che presto verrà intitolata anche una strada alla ragazza, affinché la memoria di questa ennesima vittima di femminicidio non venga cancellata dalla mente dei cittadini grumesi e affinché si dica basta a qualsiasi forma di violenza di genere che si consuma ogni giorno ai danni delle donne.
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