Il Museo archeologico nazionale di Napoli, in occasione del quarantennale del terremoto del 1980, presenterà, a partire da domani, sui suoi canali social di Instagram e Facebook e sul sito della società di produzione cinematografica Marechiarofilm, la mostra 19.34 / Quaranta anni dopo / La storia in presa diretta. Fotografie di Antonietta De Lillo, con le immagini scattate all’epoca dalla celebre regista napoletana. “Il Mann e la memoria è una delle direttrici principali della nostra ricerca – spiega il direttore del museo Paolo Giulierini – e ci è sembrato importante che il museo di una città, intimamente connessa alla sua storia ‘archeologica’ e più in generale culturale e sociale, dedicasse una mostra ai quarant’anni del terremoto del 1980. Lo facciamo nella giornata del 23 novembre, anche se in maniera solo digitale, dandovi appuntamento alla futura esposizione. Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto quarant’anni fa è oggi, in piena emergenza Covid, ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo comunicare alle giovani generazioni anche e sopratutto la capacità di rinascita e di solidarietà, che trasmettono le immagini di questa mostra, il coraggio, le opportunità, l’impegno”.
Gli scatti di Antonietta De Lillo mettono in luce la potenza della natura e di come l’umanità può solo essere inerme nei suoi confronti, una terra che trema e che ha già tremato, in passato, come il tanto famoso quanto terribile terremoto a Pompei e a Ercolano del 62 d.C., di cui rimangono ancora attualmente diverse testimonianze. “Un altro aspetto è fondamentale, per la storia del Mann – prosegue Giulierini – è l’apporto che diedero i giovani a quella rinascita post terremoto: dallo sviluppo del nostro laboratorio di restauro, alla definizione di una vera e propria coscienza archeologica della città, aspetti spiegati nel contributo video del prof. Antonio de Simone che di quei giorni fu protagonista. Da questa storia nasce il nostro grande impegno sugli studi per l’antisismica, che stiamo conducendo insieme all’Università Federico II e in la rete con i musei della California e del Giappone. Perchè le grandi crisi, ieri come oggi, devono indicarci la strada per un futuro migliore”.
La tematica principale su cui si muove l’intero archivio fotografico inedito di Antonietta De Lillo è proprio il Mann e la memoria: alle 19.34 di domani, infatti, gli utenti potranno sfogliare digitalmente sui social un’anteprima degli oltre cento scatti che saranno poi esposti al museo l’anno prossimo. Un’esibizione fruibile per dieci giorni sul sito di Marechiarofilm e che si apre con le immagini in bianco e nero, realizzate all’indomani del terremoto a Sant’Angelo dei Lombardi, Laviano e in altri centri maggiormente colpiti in Irpinia: “Recuperare parte del mio archivio fotografico è stata una grande emozione – spiega la stessa De Lillo – ed è stato come guardarmi attraverso un binocolo girato al contrario. Queste immagini mi hanno riportata esattamente alle emozioni che mi hanno spinto a muovermi attraverso la Campania e i borghi dell’Irpinia distrutti dal terremoto. Ricordo perfettamente cosa ho provato nel trovarmi lì a fotografare interi paesi ridotti a un cumulo di macerie, con gli uomini che scendevano dalle montagne portando con sé lenzuola e coperte che avvolgevano cadaveri. Ho dovuto per un attimo spostare la macchina fotografica dalla mia faccia per sentire quell’umanità dolente e poi ho guardato di nuovo nell’obiettivo e ho scattato. Vedendo queste fotografie oggi mi sembra che questa ricerca di contatto umano sia riuscita a entrare dentro le immagini o almeno lo spero”.
La presentazione alle ore 19.34 verrà anticipata da diversi post preparatori, partendo dalla mattina, con alcuni scatti dei danni che lo stesso Mann ha subìto nel 1980: conseguenze che potevano essere ancora più devastanti se non fosse stato per il consolidamento dell’edificio iniziato cinque anni prima, nel 1975. A causa del forte sisma, infatti, il museo ha rilevato, tra i danni peggiori, quelli a 165 terracotte, 122 vasi esposti e 195 nei depositi. Ma il Mann vuole ricordare il terremoto in Irpinia non soltanto con le immagini di De Lillo, ma anche con un minidocumentario, presente in mostra, in cui l’archeologo Antonio De Simone ripercorre proprio i momenti in cui, il 24 novembre di quarant’anni fa, un gruppo di esperti si ritrovò nell’atrio del museo per calcolare la stima dei danni causati dalla scossa della sera precedente. A chiudere il cerchio della memoria, c’è anche la condivisione congiunta di post con la Reggia di Caserta. Alle 13, infatti, mentre il Mann proporrà alcune immagini del nuovo allestimento di Terrae Motus, la Reggia, al contempo, presenterà le fotografie dell’Archivio fotografico del museo, nell’ambito di una collaborazione basata sulla sensibilità, sul culto e sul valore della storia e della memoria.