“Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria e l’ignoranza, hanno deciso di non pensarci per rendersi felici”. Con queste parole di Blaise Pascal comincia il viaggio interiore oggetto dello spettacolo Il quarto vuoto, scritto e diretto da Gina Merulla e prodotto da Teatro Hamlet. Protagonista l’attore e regista teatrale franco-senegalese Mamadou Dioume, che vanta nella sua carriera una storica partecipazione alla famosa compagnia teatrale del britannico Peter Brook.
La rappresentazione si svolge in esclusiva in Campania al Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo, venerdì 31 gennaio alle ore 20,30, con replica sabato 1 febbraio alla stessa ora e domenica 2 febbraio alle 18. In scena con Dioume ci saranno Sabrina Biagioli, Massimo Secondi, Fabrizio Facchini e Andrea Lavagnino, che svolge il ruolo di voce narrante.
“Il Quarto Vuoto” è il nome solitamente attribuito al Rub’ al-Khali, il secondo deserto di sabbia del mondo per estensione, che ricopre un quarto della Penisola Arabica. Qui diviene metafora dell’animo umano, immaginato come un labirinto desolante e seducente, assordante e silenzioso, oscuro e abbagliante in cui non ci si addentra mai veramente. L’attore, come l’essere umano in generale, si trova a confrontarsi con il proprio “quarto vuoto” in un difficile e complesso percorso di ricerca.
Senza paura e senza difese è tenuto a intraprendere un cammino in se stesso, oltrepassando i confini del conosciuto e del consapevole per ascoltare la voce del deserto. Ne viene fuori un viaggio incosciente, con risvolti a volte comici, a volte dolorosi, a volte sorprendenti, che trascende il testo per affidarsi completamente ai corpi che come dune in perenne movimento oscillano, dondolano e mutano insieme al vento. Si tratta di teatro/performance durante il quale gli attori e i performers sviluppano una serie di partiture fisiche su musica o silenzio, accompagnante da una voce guida in background. Inizialmente lo spettatore assiste a una spasmodica ricerca di senso in un’esistenza in cui i valori crollano; fanno seguito poi il risveglio nel “quarto vuoto” e l’esplorazione delle emozioni più feroci e oscure dell’animo umano: paura, dolore, desiderio, caos, fino alla consapevolezza che il “quarto vuoto” non va compreso ma vissuto e allora c’è un’unica scelta: lasciarsi andare e arrendersi al viaggio.