Una fotografia sulla percezione delle mafie e della corruzione in Italia nell’anno del Covid-19: è quella scattata dall’associazione Libera, che ha raccolto i risultati dell’indagine curata da Demos su un campione di 995 persone intervistate nello scorso mese di novembre. Ne è nato il rapporto Il triangolo pericoloso. Mafie, corruzione e pandemia, con i commenti, tra gli altri, di Federico Cafiero de Raho, Roberto Saviano, Romano Prodi, Carlo Cottarelli, Tito Boeri, Rosy Bindi, Maurizio Landini, Nando Dalla Chiesa e Gian Carlo Caselli. “La pandemia è tra i protagonisti del rapporto – spiega Francesca Rispoli, che ne è la curatrice – perché si è pensato che fosse importante stimolare le risposte su come il virus sia un’occasione per le mafie e la corruzione e su quale destinazione fosse importante dare ai fondi dell’Unione europea. Come ha scritto Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia, ‘c’è il serio rischio che le mafie possano aumentare il proprio business in questa situazione di emergenza’”.
L’allarme è dimostrato anche dall’incremento di alcuni reati spia. Nell’anno del Covid-19 si registra un’impennata record del numero di interdittive antimafia: secondo i dati del ministero dell’Interno, infatti, nel 2020 sono state 2.130, cioè 177 al mese, sei al giorno con un incremento del 38 per cento rispetto al 2019. Il 68 per cento delle interdittive riguarda le regioni del Sud, mentre il 24 per cento è stato emanato nel Nord Italia. Le Sos, cioè le Segnalazioni di operazioni sospette ricevute dall’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, nel 2020 sono state 113.187, con un aumento del 7 per cento rispetto all’anno precedente. A fronte di una diminuzione al Nord, nel resto del Paese le Sos sono in aumento, in particolare nel Lazio (più 35,6 per cento), Sardegna (23,7 per cento), Puglia e Calabria (20 per cento), Campania (14 per cento). Da registrare anche aumenti nelle regioni medio-piccole come Basilicata, Umbria e Valle d’Aosta. Inoltre, a livello provinciale, Prato, Milano, Napoli, Roma e Rimini si collocano ai primi cinque posti per numero di segnalazioni di operazioni sospette in rapporto alla popolazione. “Quest’indagine sulla percezione di mafie e corruzione durante la pandemia – commenta Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – non è solo un prezioso strumento conoscitivo: è anche un antidoto alla disattenzione. Di mafie e corruzione, infatti, si parla poco e male, da quando la questione Covid ha monopolizzato la scena. Tutto ciò mentre, nonostante il grande impegno di magistrati, forze di polizia e istituti di vigilanza, mafiosi e corrotti continuano ad agire nell’ombra. Se è vero, dunque, che da un lato il Covid ha evidenziato piaghe pregresse come le ingiustizie, le povertà, lo smantellamento dello Stato sociale e della sanità pubblica, è anche vero che, passata l’emergenza sanitaria, rischiamo di trovarci con altri problemi ingigantiti perché meno oggetto d’attenzione pubblica e politica”.
Ma ecco quali sono alcuni risultati dell’indagine, suddivisi in temi come mafie, corruzione e pandemia e Recovery fund.
MAFIE. Ben il 55 per cento degli intervistati valuta negativamente le politiche dello Stato per contrastare la mafia, così come il 60 per cento giudica negativo “l’impegno della politica per contrastare la mafia”. Una larga maggioranza degli intervistati (66 per cento) valuta positivamente il 41 bis, l’impiego del carcere duro per i mafiosi. Per l’83 per cento degli intervistati i politici nazionali hanno favorito l’espansione delle mafie, mentre l’81 per cento indica i politici locali e i partiti. Il 68 per cento degli intervistati ritiene che le banche siano responsabili dell’espansione delle mafie. Dalla risposta del campione intervistato al quesito “Secondo lei la mafia oggi rispetto al passato è più o meno legata ai professionisti e colletti bianchi?”, emerge la netta percezione di una mafia sempre di più legata ai professionisti. Appena il 10 per cento del totale pensa che le cose vadano meglio rispetto al passato, cioè che la mafia sia meno legata di prima ai colletti bianchi, mentre la maggioranza (45 per cento) ritiene che lo sia maggiormente e la restante parte (39 per cento) in misura uguale.
CORRUZIONE. Per 81 per cento degli intervistati “la corruzione in politica è lo specchio della società italiana”. Un’opinione prevalente nel Nord-Est (83 per cento) e nel Sud e Isole (84 per cento). Un’altra domanda del sondaggio Demos–Libera chiedeva agli intervistati di localizzare dove fosse maggiormente diffusa la corruzione, tra nove possibili attività: la prevalenza delle grandi opere è netta e arriva all’85 per cento, mentre la sanità, nel novero dei servizi, totalizza il 65 per cento. Si nota, inoltre, una distinzione tra politica nazionale, considerata più assoggettabile allo scambio corruttivo (74 per cento) e quella locale, valutata meno propensa all’illegalità (62 per cento).
PANDEMIA E RECOVERY FUND. Alla domanda su quali dovrebbero essere i settori nei quali investire i fondi europei, gli italiani non hanno esitazioni: la grande maggioranza (75 per cento) indica la sanità. Segue la scuola, indicata da oltre un intervistato su tre (35 per cento). Al terzo posto si colloca il mondo dell’università e della ricerca (26 per cento), che viene molto considerato da chi ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni. Per quanto riguarda le istituzioni che possono favorire maggiormente la ripresa economica del Paese, secondo il campione intervistato, a pari merito ci sono le imprese e il governo (38 per cento). Significativa è la minore considerazione delle amministrazioni locali. In fondo alla lista ci sono i partiti politici e i sindacati. Oltre il 70 per cento dei cittadini intervistati ritiene che mafie e corruzione in Italia si stiano diffondendo ancora di più. In particolare, la mafia aumenta la sua presenza e il suo potere per il 55 per cento degli intervistati. Infine, è interessante osservare come, sul piano territoriale, l’attenzione verso l’infiltrazione mafiosa sia particolarmente sentita soprattutto nel Nord-Ovest, mentre nel Nord-Est è maggiore la sensibilità al fenomeno della corruzione.

Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?