Durante tutto l’arco del 2020 l’Agenzia regionale per l’ambiente ha riscontrato in Campania 60 casi di legionellosi in 68 siti considerati a rischio, mentre si registrano in totale 5 decessi provocati dal batterio della legionella. I tecnici dell’Arpac hanno altresì ispezionato 10 luoghi di lavoro, 28 abitazioni, 22 strutture ricettive e 8 strutture sanitarie: di questi, 21 siti sono risultati contaminati. Nel corso dell’anno sono stati effettuati 946 campionamenti, 126 dei quali si sono rivelati positivi al pericoloso batterio.
I 60 casi accertati nel 2020, se paragonati a quelli rilevati negli anni precedenti (124 solamente nel 2019), dimostrano un’incidenza in forte calo. La riduzione, secondo gli analisti dell’Arpac, potrebbe essere dovuta alla drastica diminuzione degli spostamenti e del turismo in tutto il territorio regionale causati dall’emergenza sanitaria. Gran parte dei casi registrati in Campania è infatti legata a viaggi in località estere ed extraregionali e le infezioni vengono contratte principalmente all’interno di strutture alberghiere. I dati dell’Arpac verranno successivamente rielaborati dall’Istituto superiore di sanità che effettuerà una valutazione complessiva sulla situazione.
La prevenzione sanitaria della legionellosi è di fondamentale importanza, visto che il quadro sintomatologico dei pazienti infettati dal batterio è molto simile a quello dei pazienti affetti dal virus del Sars-Cov-2, presentandosi sotto forma di polmoniti potenzialmente letali. L’Arpac, per far fronte a possibili complicazioni generate dalla malattia, ha costruito una rete di controllo capillare assieme alle Asl di Avellino, di Salerno e di Benevento. I controlli vengono effettuati soprattutto in strutture, sia pubbliche sia private, rimaste chiuse al pubblico per periodi di tempo significativi: il batterio della legionella, infatti, si riproduce soprattutto negli impianti idrici inutilizzati e non funzionanti, dove viene favorita la stagnazione dell’acqua.

La legionellosi è una malattia che si manifesta clinicamente come morbo del legionario, con infezioni respiratorie e polmoniti anche gravi. È causata dal batterio della legionella, di cui sono note 59 specie le quali possono riprodursi negli impianti idrici e di condizionamento di abitazioni ed edifici. Le prime diagnosi, in Italia, risalgono agli anni Ottanta, e i suoi sintomi potrebbero sovrapporsi a quelli causati dal Covid-19, per questo si tratta di una patologia fortemente attenzionata dalle Asl. In Campania, il suo monitoraggio è condotto dal laboratorio regionale per la legionellosi diretto da Anna Maria Rossi del dipartimento dell’Arpac di Salerno.
Quando viene segnalato un caso di legionellosi l’Arpac si attiva assieme all’Asl di riferimento, ispezionando i locali frequentati dal paziente nelle due settimane prima della comparsa dei sintomi. I tecnici di laboratorio analizzano i campioni prelevati dalle condutture idriche e dai sistemi di condizionamento degli ambienti considerati a rischio. L’infezione viene contratta inalando particelle di aerosol contaminate esattamente come avviene con il Covid-19. Una volta riscontrata la presenza del batterio si prosegue alla bonifica degli impianti e a ulteriori analisi di controllo dopo la disinfezione, onde scongiurare qualsiasi recrudescenza del batterio stesso.

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