Intervista a Mirka Andolfo, la star napoletana del fumetto internazionale
L'illustratrice e fumettista partenopea ha appena presentato, durante Lucca Changes, il suo nuovo progetto crossmediale intitolato "Sweet Paprika", con protagonista una diavoletta sexy e un angelo innamorato di lei
Trentunenne napoletana, Mirka Andolfo è una tra le illustratrici e fumettiste di maggior successo in Italia e all’estero, tanto da essere diventata una star amatissima dagli appassionati, anche su due mercati molto importanti come l’americano e il francese, dove è pubblicata da case editrici prestigiose come, rispettivamente, Image Comics e Glénat. Forte di centinaia di migliaia di copie vendute, di collaborazioni con colossi editoriali come Marvel, Dc Comics, Disney e autrice di sue creazioni originali diventate, ormai, opere di culto – da Sacro/Profano a ControNatura fino alla recente Mercy – la Andolfo quest’anno è stata premiata come Eccellenza italiana nel mondo nell’ambito del prestigioso Premio Coco di Etna Comics e ha presentato in questi giorni, durante la versione online di Lucca Comics & Games (ribattezzata Lucca Changes e rimodulata a causa dell’emergenza sanitaria in atto), alcune ghiotte novità, che vanno anche al di là dell’ambito specifico del fumetto, come il nuovo progetto multimediale Sweet Paprika.
Dalle anticipazioni che hai postato man mano sui tuoi canali social, Mirka, sappiamo che Sweet Paprika arriva da lontano, poiché i primi disegni dei protagonisti risalgono a un paio d’anni fa. Com’è nato, dunque, questo nuovo progetto assolutamente crossmediale, che parte dall’animazione per ritornare poi al fumetto? “È vero, Paprika e Dill non sono i miei personaggi più ‘vecchi’, ma tra sketch e gag, è passato già parecchio tempo. Diciamo che sono rimasta molto stupita quando ho notato che sono molto più vecchi di quanto non ricordassi. Credevo avessero un annetto e invece… Il progetto, comunque, ha iniziato a svilupparsi poco a poco, col tempo. All’inizio, c’erano solo i personaggi e il loro design, anche se questo aspetto ha subito, a sua volta, numerosi cambiamenti. Poi, ho iniziato a pensare a una storia e, come sempre, sono partita dall’idea di creare un fumetto. Questo perché non ho mai lavorato nell’animazione, un mondo che non conosco molto bene, anche se lo seguo da appassionata, ovviamente. Però, poi, è arrivata Grey Ladder Productions, che realizzerà il progetto assieme al mio Arancia Studio. Così è nata questa pazza idea. Quelli di Grey Ladder sono un team estremamente professionale e in gamba, col quale tra l’altro avevamo già lavorato insieme per il trailer di Mercy, e stanno anche lavorando a un altro progetto crossmediale annunciato di recente, Strix di Licia Troisi. Sono davvero fenomenali. Ovviamente, però, io amo narrare col fumetto, che è il mio medium di partenza. Per questo, sapevo che alla fin fine Sweet Paprika sarebbe arrivato anche su carta. E chissà, forse ci sarà un’altra sorpresina, molto presto“.
Come mai hai deciso di caratterizzarlo graficamente con uno stile che guarda in modo così evidente a quello dei manga e degli anime giapponesi? “Penso che il mio stile a livello di design sia, soprattutto in questo caso, decisamentecartoon, e sicuramente l’influenza manga si sente tutta. Diciamo che le influenze sono più nell’espressività e nella narrazione, cosa che ho sempre avuto, facendomi molto influenzare dai manga, piuttosto che nel character design stesso, e la cosa verrà accentuata dall’uso dei retini di Gianluca Papi, che mi accompagna in questa avventura. Diciamo che Sweet Paprika è un progetto che vuole unire tra loro sia il mio amore per il fumetto occidentale, di stampo americano principalmente, sia quello orientale. Spero che il connubio funzioni. Io mi sto divertendo davvero moltissimo nel realizzarlo“.
Che cosa puoi dirci dei due protagonisti e del progetto in generale, anche come tempistica? “Paprika e Dill sono una diavola e un angelo, che abitano in un mondo dove angeli e diavoli vivono esattamente come noi umani, con numerose citazioni e vari richiami a tutto ciò che si rifà alla cristianità. La storia a fumetti alla quale sto lavorando è una sorta di prequel, se vogliamo definirlo così, rispetto agli sketch e alle gag che si sono già visti online, dove il rapporto tra loro due è già consolidato. Nel fumetto scopriremo come si sono avvicinati, i loro rispettivi lavori, i loro sogni e le loro preoccupazioni. Soprattutto quelli di Paprika. Insomma, finalmente i lettori potranno effettivamente conoscerli a fondo. Il primo volume uscirà l’anno prossimo, a maggio, per Star Comics. E, nel giro di un paio di mesi, anche negli Stati Uniti per Image Comics e in Francia per Glénat“.
Che cosa ti affascina dell’animazione rispetto al linguaggio del fumetto? E come mai, in questo momento della tua carriera, hai sentito l’esigenza di cimentarti anche con quest’altra forma espressiva? “Io sono, nasco e continuo a essere una fumettista, perché è quello che amo fare. Ma amo anche molto il mondo dell’animazione, da spettatrice. Chiaramente, vedere i personaggi che si muovono e parlano, vedere una scena accompagnata da una colonna sonora può suscitare emozioni differenti, che non rendono il fumetto qualcosa di meno, ovviamente, ma sono soltanto modi di raccontare diversi. Solo il pensiero di vedere i miei personaggi fare tutto questo, comunque, penso sia estremamente emozionante. Così, quando s’è concretizzata questa occasione, con Grey Ladder e Arancia Studio, non potevo non essere a bordo. A livello tecnico non me ne occuperò io direttamente, il mio ruolo è legato alla creazione della property e delle storie collegate che si svolgono in quell’universo. Per questo, è importante poter contare su veri professionisti del settore, come Gabriele Pennacchioli, che è bravissimo, con esperienza pluridecennale e ha vinto proprio l’anno scorso un Emmy Award per il suo lavoro sulla serie animata di Netflix Love, Death and Robots. Mi sento davvero molto fortunata“.
La parte fumettistica in che formato sarà? Serie, volume unico o altro? “Il fumetto sarà una miniserie in due volumi. Solitamente ho abituato i miei lettori a trilogie, ma in questo caso ogni volume avrà un numero decisamente superiore di pagine, rispetto al passato. Per me è una novità. Anche per questo ho deciso, per una volta, di rinunciare alla colorazione, che è un po’ un mio marchio di fabbrica, per potermi concentrare al cento per cento sulla storia e sul disegno. Dopo tanti anni di colorazioni, sentivo davvero la necessità di prendermi una pausa. Inoltre, ci saranno due versioni, che per ora chiamiamo hot e sweet, senza alcuna differenza a livello di prezzo, storia, dialoghi, scene, numero di pagine: si tratta dello stesso identico fumetto e il succo della storia non cambia. Scene sexy sono presenti in entrambi e si svolgono allo stesso modo. Quello che cambia da un’edizione all’altra è la scelta stilistica su alcune inquadrature, per le scene più ‘osé’: nella versione hot saranno più esplicite. Starà al gusto del lettore, poi, scegliere la versione preferita“.
E la versione animata: sarà seriale o un film? E c’è già qualche accordo per la distribuzione del quale si può parlare? “Purtroppo, non posso ancora dire nulla, parliamo di generico ‘progetto animato’, perché non posso ancora divulgare alcuni dettagli. Se tutto va bene, dovrebbe esserci un annuncio, primo di una serie, a dire il vero, entro la fine dell’anno. Quindi, spero di poterne parlare il prima possibile“.
La diavoletta protagonista è l’ennesima figura femminile della tua carriera, con la quale esplori in modo intelligente e ironico concetti importanti come quelli di erotismo, sensualità, ma anche emancipazione femminile e piena consapevolezza di sé. Come ti poni nei confronti di questi concetti e che cosa rappresentano per te? “Era qualcosa che prima o poi avrei dovuto fare. Semplicemente, doveva succedere. Sono anni che ‘accenno’ all’erotismo nei miei lavori e questo è stato quel passo avanti, da questo punto di vista, rinviato per troppo tempo. Non sarà assolutamente nulla di ‘porno’ e nemmeno eccessivamente esplicito, rispetto ad altre opere sul mercato. Ma lo sarà in modo decisamente più esplicito, invece, rispetto ad altri miei lavori passati. La verità è che mi sono sempre fatta troppi problemi. Sono sempre stata una persona timida e non smetterò mai di esserlo. Per questo, esprimo tanto attraverso i miei lavori: tra le pagine dei miei fumetti, con i disegni, sono la persona meno timida del mondo. Chi mi conosce, sa perfettamente che ho sempre vissuto eccessivamente male tutto questo. Tramite il sostegno online e degli amici, primo tra tutti del mio fidanzato, ho capito che è una cosa che volevo superare. Insomma, non è solo Paprika ad affrontare questi argomenti e a trovare consapevolezza rinnovata. Anche io, con questo lavoro, mi libero definitivamente di tutto quello che mi ha sempre frenata dal trattare ‘per davvero’ questi argomenti: essere me stessa e fare quello che mi rende soddisfatta è molto più importante. E questa è la storia giusta per farlo. Magari è solo l’inizio“.
A proposito di figure femminili indimenticabili, a Lucca Changes hai presentato anche il terzo volume di Mercy, che Panini Comics distribuirà nei prossimi giorni. Che viaggio è stato quello in compagnia di Lady Hellaine? “Quella di Mercy è una storia alla quale sono molto legata. Personalmente, sento di essere cresciuta molto proprio grazie a Mercy, rispetto a quanto ho fatto con i miei progetti precedenti. Non è stato un fumetto facile da realizzare. Volevo provare a raccontare qualcosa che lasciasse domande che spingessero il lettore a voler cercare risposte, per gli amanti delle storie misteriose e criptiche. Volevo raccontare una storia di perdono e scoperta dell’empatia. Forse è stato un azzardo, ma sono contenta di averlo fatto. Ne sono uscita molto più consapevole di quello che voglio comunicare. E grazie ai suoi pregi e difetti sono cresciuta ulteriormente, come autrice. È questo il bello del creare: non si smette mai d’imparare. Tra l’altro, è un mondo dal quale non mi voglio affatto separare. Mentre scrivevo l’ultimo capitolo di Mercy, dunque, mi sono detta che la storia non poteva finire davvero e ho iniziato a pensare a un sequel, intitolato Merciless, che è stato recentemente annunciato in esclusiva da The Hollywood Reporter: uscirà, sempre con Panini Comics per quanto riguarda l’Italia, verso la fine dell’anno prossimo e sarà scritto da me e disegnato dalla formidabile artista Siya Oum“.
Che cosa provi, invece, quando ti trovi a lavorare su personaggi mitici, anche qui spesso femminili, come quelli di Marvel e Dc Comics? “È qualcosa che mi fa sempre estremamente piacere, soprattutto quando posso lavorare con personaggi che mi piacciono molto, come per esempio Harley Quinn o, di recente, Punchline. Negli ultimi mesi, ho dovuto diminuire il numero di lavori su commissione, per poter dare più spazio alle mie storie, ma penso di aver trovato il giusto equilibrio e non credo che smetterò mai di lavorare anche su commissione. È anche molto istruttivo, infatti, leggere le sceneggiature di chi scrive da molto più tempo di te. Così, ho imparato sempre moltissimo“.
Che rapporto hai con Napoli e con la cultura napoletana? Da ragazza, dove hai studiato e quali sono state la tua formazione e le tue influenze all’ombra del Vesuvio? Ritorni spesso in città? “Dico subito che, purtroppo, non ritorno spesso quanto vorrei. E quest’anno, tra i viaggi prima e l’emergenza Covid poi, non sono praticamente ancora mai andata, con l’anno che sta ormai finendo. E mi manca molto. Amo le persone, il loro calore inconfondibile, le storia che si respira tra le sue strade, il cibo. Napoli è bellissima, anche se non perfetta, e la porto sempre nel mio cuore. Anche se non ci vivo più da dieci anni, è lì che sono rimasti molti miei affetti e parte della mia famiglia. È lì che ho imparato a disegnare, non solo con la Scuola di Comix e con il liceo artistico, con gli insegnanti, ma anche con gli amici, senza contare mia madre, la prima in casa a disegnare, che ha trasmesso la passione a me e mia sorella. Mentre papà leggeva molti fumetti. Insomma, se sono ciò che sono lo devo a loro. Forse è anche per questo che, per ‘pagare il mio debito di riconoscenza‘ con la mia città, ho deciso che Paprika fosse un’italo-americana di origini napoletane“.
Per concludere, quali sono i tuoi progetti futuri sulle due sponde dell’Oceano? “Diciamo che c’è tantissimo che bolle in pentola. Limitandoci al solo ambito fumetto, continuo il mio lavoro su commissione come copertinista, al momento principalmente per Boom! Studios, Dc e Marvel, ma anche come disegnatrice. Tra pochi giorni uscirà negli Stati Uniti Punchline, prima storia in solitaria per questo nuovo personaggio, un’anti-eroina che è la nuova fiamma del Joker. Ma sto già lavorando come character designer a un altro progetto per la Dc Comics e prima di fine anno saranno annunciati due progetti che sto disegnando sempre per loro. A livello di progetti personali, invece, oltre ai già citati Sweet Paprika e Merciless, ci sarà il ritorno di ControNatura, che sto scrivendo e sarà disegnato dal fenomenale Ivan Bigarella. Poi, ci sono almeno altri tre progetti nei quali sono coinvolta come sceneggiatrice, o co-sceneggiatrice, ma su quelli, davvero, non posso ancora dire nulla. Insomma, posso sicuramente dire che non mi sto annoiando“.
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