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Home Economia

Jabil di Marcianise, oggi tavolo tra governo, azienda e sindacati. Intanto in Italia sono in crisi altre 149 imprese

Giuseppe Scuotri di Giuseppe Scuotri
23 Maggio 2020
in Economia
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jabil marcianise licenziamenti stabilimento

Sono ore di trattative e contatti febbrili per sindacati e istituzioni, chiamati a porre rimedio ai 190 licenziamenti annunciati, nei giorni scorsi, dalla Jabil per lo stabilimento di Marcianise, in provincia di Caserta. Per attirare l’attenzione del Governo nazionale sulla delicata vicenda, che a partire dal 25 maggio potrebbe lasciare senza sostentamenti economici quasi duecento famiglie, stanno lavorando in queste ore numerosi esponenti politici e amministratori locali: anche il vescovo di Caserta, Giovanni D’Alise, si è espresso sulla grave situazione, che ha definito una vera e propria bomba preparata a tavolino. Le prime risposte concrete sono arrivate quando il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha annunciato per oggi un tavolo con i rappresentanti della Jabil e i sindacati di categoria. Già nelle ore precedenti all’annuncio, le sigle sindacali avevano intrapreso una serrata interlocuzione con la stessa Catalfo e col ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Proseguono senza sosta, nel mentre, le manifestazioni degli operai fuori ai cancelli dello stabilimento di Marcianise: picchetti di lavoratori, nel rispetto delle norme di distanziamento in vigore, hanno presidiato a turno l’ingresso della fabbrica, che stamattina alcuni addetti hanno varcato regolarmente nonostante lo sciopero indetto dai sindacati. Un incontro, nella giornata odierna, è avvenuto anche presso la Prefettura di Caserta tra le Rsu aziendali e i collaboratori di Raffaele Ruberto, ai quali è stata avanzata la richiesta di un’intercessione concreta presso il Governo di Roma.

Sulla vicenda è arrivata una netta presa di posizione della locale Federazione del Psi: “La Federazione Psi di Caserta, come già fatto in passato, scende in campo a fianco dei lavoratori della Jabil Circuit di Marcianise, in questo particolare e difficile momento. La richiesta della dirigenza – affermano i socialisti – è scandalosa, ma soprattutto contra legem. Ordinare in questo momento perdurante di pandemia, un licenziamento collettivo di 190 dipendenti è inaccettabile. Non rispetta la norma che vieta i licenziamenti durante il periodo di emergenza nazionale. La proprietà – prosegue la nota – non può offendere la dignità dei lavoratori, imponendoli di accettare le condizioni aziendali o subire il taglio dalla pianta organica. I socialisti della provincia di Caserta, esprimendo ancora solidarietà e vicinanza ai dipendenti Jabil e alle loro famiglie, contestualmente, attraverso i propri dirigenti regionali e nazionali, lanciano un appello al presidente Vincenzo De Luca, affinché – conclude il comunicato stampa – faccia sentire la sua ‘imponente’ voce al Governo centrale, per mantenere una speranza e soprattutto garantire certezze per il futuro di queste famiglie”.

La situazione venutasi a creare presso la Jabil di Marcianise non è, purtroppo, un caso isolato: già prima dello scoppio della crisi epidemiologica da Coronavirus, si contavano ben 149 grandi aziende che avevano attivato tavoli di crisi, trattative che investivano circa 250mila lavoratori da Nord a Sud. Con le inevitabili difficoltà economiche che interesseranno i comparti produttivi nel breve periodo, si teme che il già consistente numero di posti di lavoro a rischio possa ingigantirsi in maniera incontrollata. Tra i grandi marchi coinvolti si annoverano l’ArcelorMittal di Taranto e Cornigliano, la Treofan di Terni e nomi come Wanbao, Safilo, Embraco, Bekaert, SyderAllois e la Dema, azienda attiva nel comparto delle costruzioni aeronautiche con strutture in Campania e Puglia: molte di queste aziende hanno trattative che vanno avanti senza apparenti sbocchi risolutori da anni.

In Campania, una delle situazioni più preoccupanti riguarda la Whirpool a Napoli: la multinazionale statunitense degli elettrodomestici aveva annunciato giusto un anno fa, il 31 maggio 2019, la volontà di chiudere lo stabilimento partenopeo di via Argine, ponendo come data ultima per la cessazione dell’attività produttiva il 31 ottobre 2020. I lavoratori di Napoli, tra i primi a rientrare in attività a pieno regime già lo scorso 27 aprile, hanno annunciato un grande evento su Facebook a un anno esatto dall’annuncio della chiusura, invitando alla partecipazione i leader dei sindacati di categoria, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, il sindaco del capoluogo partenopeo Luigi de Magistris e l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe. Una manifestazione simbolica che racconta, in maniera cruda e senza sconti, come in questi casi il passare del tempo infierisca sul destino di centinaia di famiglie, che rimangono in attesa di conoscere il proprio futuro, discusso su diversi piani: l’ultimo incontro tra il governo e Whirlpool era avvenuto lo scorso 29 gennaio, mentre lunedì prossimo si riunirà il comitato europeo aziendale, dal quale usciranno molti dei piani futuri della multinazionale americana.

 

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Tags: JabillicenziamentiMarcianise
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