Una trattativa andata avanti per tre giorni, che sembrava finalmente andata in porto e invece, all’ultimo minuto, è saltata completamente. È l’amaro epilogo del tavolo che ha visto la Jabil, le istituzioni regionali e nazionali e i sindacati di categoria discutere del futuro dei 190 dipendenti dello stabilimento di Marcianise, di cui la multinazionale statunitense aveva annunciato il licenziamento alcuni giorni fa. Il drastico cambio di rotta è arrivato attorno alla mezzanotte: l’accordo fra le varie parti era stato trovato e si stava procedendo alla rilettura del testo, che avrebbe portato in breve alla firma definitiva. Il tutto, però, si è arenato per il dietrofront dell’azienda, che ha indotto Clemente Cillo, amministratore delegato di Jabil, a respingere in toto l’intesa raggiunta. Una doccia fredda che appare ancora più inattesa se si pensa a come, solo poche ore prima, sindacati e rappresentanti delle istituzioni apparissero ottimisti sulla conclusione della trattativa, benché questa si fosse presentata piena di complicazioni fin dal primo momento. Il nodo cruciale della mediazione sembrava essere stato sciolto grazie alla mediazione dell’assessore regionale al lavoro Sonia Palmieri, che aveva aiutato a individuare un modo per evitare il licenziamento automatico di tutti i dipendenti che non avevano accettato il ricollocamento in altre aziende alla fine della cassa integrazione, conclusasi il 25 maggio.
Alla luce di quanto accaduto, i 190 licenziamenti sono ora confermati a tutti gli effetti e, oltre al destino di quanti sono già rimasti senza lavoro, a preoccupare i sindacati ci sarebbe anche il destino dei 350 lavoratori che, per ora, sono rimasti al loro posto: secondo le sigle di categoria, infatti, dietro queste manovre potrebbe celarsi la volontà da parte della multinazionale di abbandonare definitivamente lo stabilimento di Marcianise. Sull’accaduto è netta la posizione di Antonio Accurso, segretario generale di Uilm Campania, che parla di “una trattativa complessa e faticosa che aveva riportato tutti gli attori al buonsenso, grazie allo sforzo e alla mediazione di governo e Regione e alla determinazione e responsabilità del sindacato. I licenziamenti – continua il dirigente sindacale – sarebbero stati ritirati per riprendere un percorso di ricollocazione con stretto monitoraggio delle istituzioni. La Jabil con questo atto scellerato mette in discussione la missione industriale, e crea forte incertezza minando la sua credibilità. I lavoratori tutti – conclude Accurso – vengono lasciati senza nessun futuro. Chiediamo al Governo di tentare un ultimo sforzo per riportare tutti al buonsenso a altrimenti di mettere in sicurezza il sito e accertare tutte le responsabilità”.
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