La nuova sfida di Elon Musk, “Neuralink”: “Entro 6 mesi un chip nel cervello di un essere umano”
Il magnate sudafricano annuncia di aver presentato alla Fda (l’Authority americana sui farmaci e la ricerca medica) la documentazione necessaria al rilascio del via libera per la sperimentazione sull'uomo
Elon Musk, in occasione di un evento organizzato appositamente per aggiornare il pubblico sul suo ultimo progetto chiamato Neuralink, ha annunciato che entro i prossimi sei mesi si potrà iniziare a impiantare un chip, delle dimensioni di una moneta, nel cervello di un essere umano. Questo permetterà al soggetto di interfacciarsi con un dispositivo esterno. Obiettivo finale dell’impresa, dare alle persone colpite da disabilità la capacità di muoversi e di comunicare.
Le parole del magnate sudafricano durante la presentazione di Neuralink, riportate dai media americani: «Vogliamo essere estremamente attenti e certi che funzionerà bene prima di inserire un dispositivo in un essere umano, ma abbiamo presentato, credo, la maggior parte dei nostri documenti alla FDA (l’Authority sui farmaci e la ricerca medica,dipendente dal Dipartimento della salute e dei servizi umanidegli Stati Uniti d’America ) e pensiamo che probabilmente tra circa sei mesi dovremmo essere in grado di avere il nostro primo Neuralink in un essere umano».
La società ha affermato che sta lavorando per rispondere alle preoccupazioni della FDA relative al surriscaldamento del dispositivo e anche alle sostanze chimiche tossiche che penetrano nel cervello dall’impianto, che potrebbero causare danni. Musk ha detto che gli impianti sono sicuri e che si sentirebbe a suo agio a prenderne uno ora. “Potrei farmi impiantare un dispositivo Neuralink in questo momento e tu non lo sapresti nemmeno” ha detto.
L’idea alla base di Neuralink solleva numerose questioni, a partire da quelle etiche. Nel dibattito trovano spazio anche le posizioni di chi ipotizza che tali dispositivi possano fornire un sostegno, ad esempio, a persone disabili o a soggetti che per traumi e patologie perdono la capacità di usare le mani o vedere. E anche Musk, dopo aver ripetuto che i test verranno svolti in maniera rigorosa e con un’attenta valutazione dei rischi, si proietta alle possibili ricadute e ipotizza un utilizzo dei device in ambito medico: “Potrebbe suonare miracoloso, siamo ottimisti sulla possibilità di ripristinare la piena funzionalità del corpo per qualcuno che abbia una grave lesione spinale“. Prima che gli impianti cerebrali di Neuralink vengano prodotti in serie e raggiungano il mercato più ampio, serviranno step relativi all’approvazione normativa.
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