Ancora problemi nella casa di reclusione Filippo Saporito di Aversa dopo le proteste di questa estate da parte dei detenuti. Sono infatti numerose le criticità all’interno dell’ex ospedale psichiatrico aversano le quali non hanno ancora trovato una soluzione. La situazione all’interno della struttura penitenziaria aversana è molto delicata, e non sono mancati in passato casi di pericolose aggressioni avvenute ai danni degli agenti da parte di detenuti con problemi psichiatrici. Gran parte delle problematiche sarebbero infatti legate all’inadeguatezza della struttura detentiva, dato che le celle di reclusione del penitenziario sono state ricavate dagli ambienti dell’ex convento cinquecentesco, poi riconvertito nell’Ottocento in manicomio giudiziario, e infine in ospedale psichiatrico nel 1975. Oltre alle carenze di natura strutturale dovute a un edificio praticamente vecchio e obsoleto rispetto al tipo di funzione da svolgere, i detenuti e i loro familiari lamentano anche gravi problemi inerenti all’assistenza sanitaria. Emblematico è il caso di un detenuto che verserebbe in condizioni di salute precarie, con problemi seri alla gamba, il quale a oggi non ha evidentemente ricevuto le cure adeguate alla sua condizione patologica.
Ma i numerosi problemi dell’ex opg normanno sarebbero legati specialmente al sovraffollamento della struttura, con diverse celle all’interno delle quali è stato raggiunto il numero massimo di ospitanti, e ciò creerebbe non poche difficoltà sia ai detenuti, i quali sono costretti a vivere in condizioni a dir poco precarie e al limite, sia per gli stessi addetti alla sicurezza carceraria, i quali si trovano spesso costretti ad affrontare situazioni pericolose per la loro stessa incolumità e per quella dei pazienti detenuti. Le criticità però non finirebbero qui. Significativo è il caso di un detenuto che già da diversi mesi è destinatario di un provvedimento di accompagnamento alla frontiera ma si trova tuttora rinchiuso in carcere. Inoltre sarebbero sorti anche dei problemi di natura burocratica con il rilascio dei permessi. Tale situazione sarebbe stata causata dall’estrema lentezza con la quale il magistrato di sorveglianza della struttura starebbe valutando i casi di richiesta.

Un altro problema da sottolineare, non meno importante, è quello legato alle persone recluse nella struttura affette da gravi disturbi psichiatrici. Tre detenuti infatti avrebbero urgente bisogno di essere trasferiti nelle rems, ossia in residenze specifiche per l’esecuzione delle misure di sicurezza al fine di poter ricevere un’assistenza adeguata alla loro condizione patologica. Tuttavia, da parte di queste strutture, non è stata concessa alcuna disponibilità per l’accoglienza di queste persone, pertanto si ritrovano costrette a vivere in condizioni non idonee al loro status psico-fisico, con la polizia penitenziaria che deve farsi carico di mansioni che non le spettano, soprattutto nell’ambito dell’igiene mentale. Oltre alla garante dei detenuti della provincia di Caserta che si è occupata in prima linea di queste problematiche, anche Olga Diana, dirigente sanitaria del carcere, si è dimostrata sensibile al problema. A oggi però la direzione del carcere non avrebbe preso provvedimenti né avrebbe adottato soluzioni definitive.
Va infine evidenziato come la metà circa dei detenuti, secondo quanto previsto dall‘articolo 20 ter dell’ordinamento penitenziario, si trovino attualmente in regime di casa-lavoro, ossia una misura amministrativa di sicurezza, assegnata a seconda dei casi, in cui è prevista l’obbligatorietà dello svolgimento di mansioni lavorative. Anche in questo frangente non sarebbero mancate delle problematiche. In particolare le persone recluse avrebbero chiesto al magistrato di sorveglianza percorsi alternativi e diversificati in base alle loro particolari condizioni psico-fisiche; inoltre avrebbero richiesto di venire seguite maggiormente nel loro percorso di sconto della pena e di riabilitazione e di inclusione alla vita sociale da parte di figure specializzate sia con modalità in presenza che attraverso l’osservazione da remoto. Richieste di cui si è fatta portavoce anche la garante dei detenuti della provincia di Caserta, in attesa che vengano trovate delle soluzioni fattibili. Alla luce di quanto emerso la situazione all’interno della casa di reclusione Filippo Saporito di Aversa sembrerebbe alquanto critica e andrebbe affrontata con estrema urgenza prima che le cose peggiorino.
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