Gli arresti sono arrivati al termine di una lunga attività investigativa che ha permesso agli inquirenti di acquisire gravi elementi indiziari sull’operatività del gruppo criminale. Tredici le persone arrestate, tra loro ci sono anche O. R. e V. U., ritenuti figure apicali molto vicine al sodalizio criminale della fazione degli Schiavone.
Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e che ha visto operare i carabinieri del comando provinciale e la Squadra Mobile di Caserta, le estorsioni e le violenze risalgono al periodo compreso tra il novembre del 2020 e il maggio del 2021. Gli inquirenti hanno ricostruito il sistema criminale messo in atto dagli arrestati: avvicinavano le vittime mettendole al corrente della presenza sul territorio del sodalizio criminale di cui facevano parte, esplicitando come costoro fossero impegnati a riscuotere i ratei estorsivi nelle zone di egemonia. Nessuna delle vittime alle quali venivano imposti i ratei tra i 1.000 e 1.500 euro ha avuto il coraggio di denunciare le estorsioni. Una vicenda che non ha avuto un epilogo più drammatico solo grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine. Sequestrate anche diverse armi tra cui varie pistole e un kalashnikov.
Il fine del sodalizio camorristico era quello di riconquistare, sotto l’egida del clan, i territori di Aversa, di San Cipriano d’Aversa, di San Marcellino, di Villa Literno e di Giugliano in Campania. Le azioni dei sodali sul territorio dell’Agro aversano avvenivano a suon intimidazioni e di pestaggi al fine di ottenere il pizzo da imprenditori e commercianti. Durante i raid gli arrestati facevano sovente uso di armi, le quali venivano puntate contro le vittime per intimidirle e costringerle a pagare le tangenti. Lo scopo delle “nuove leve” era quello di favorire gli esponenti della “vecchia guardia” del clan dei Casalesi al fine di riacquisire sul territorio quell’egemonia indiscussa e incontrastata che un tempo veniva riconosciuta alle famiglie Zagaria, Bidognetti e Iovine. Tale quadro accusatorio descritto ha consentito l’esecuzione dell’odierno provvedimento, i cui fatti sono aggravati dall’essere stati appunto commessi al fine di agevolare il clan dei Casalesi, in particolar modo la fazione degli Schiavone, avvalendosi della sua forza d’intimidazione.
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