Qual è il ruolo dei contadini e degli agricoltori nei luoghi della devastazione ambientale? Perché tanta resistenza intorno al nesso tra inquinamento e salute? Sono alcune delle domande alle quali hanno cercato di rispondere i partecipanti al forum online Terre dei fuochi: chiedetelo agli agricoltori organizzato da Radio Iàfue – Per la terra. Relatori dell’incontro sono stati Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia, Antonio Musella, giornalista, Imma Lascialfari, presidentessa di Ambiente Futuro Lombardia, Luigi Costanzo, medico di famiglia membro dell’Associazione medici per l’ambiente, Vincenzo Tosti, della Rete di cittadinanza e comunità, Miriam Corongiu, del direttivo nazionale di Altragricoltuta e Gianni Fabbris, dell’Alleanza sociale per la sovranità alimentare. A Fabio Sebastiani, direttore di Radio Iafue – Per la terra, il compito di moderare il forum. L’evento online ha preso spunto da due fatti avvenuti di recente: il rapporto della Procura di Napoli Nord e dell’Istituto superiore di sanità in cui si conferma la relazione tra sversamenti incontrollati di rifiuti e l’insorgenza di gravi malattie e il sequestro a Brescia dell’azienda chimica Caffaro srl.
Vincenzo Tosti ha introdotto l’argomento sostenendo che “in Campania i cittadini si sono posti il tema della salute ma anche quello del cibo, cioè di cosa arrivava sulle tavole. Come attivisti, quindi, abbiamo cercato di avere un contatto con i contadini. Abbiamo, dunque, creato una rete, nonostante qualcuno abbia cercato di dividere il mondo contadino dal mondo dell’attivismo ambientalista. Si è compreso, comunque, che solo se riusciamo a creare una visione condivisa possiamo portare avanti le nostre istanze in maniera comune”. Antonio Musella ha poi evidenziato i risultati dello studio portato avanti dalla Procura di Napoli Nord e dall’Iss. Nel rimarcare i dati della ricerca, effettuata su un territorio di 426 chilometri quadrati, coperto da 38 Comuni, in cui ci vivono 360.000 abitanti e sul quale sono stati censiti 2.767 siti pericolosi, Musella ha precisato che “conta poco fare la classifica del territorio che sta messo peggio, sia in termini di aree inquinate sia di patologie legate a quest’ultime. È vero che a Giugliano in Campania c’è una situazione allarmante, ma nessun Comune è immune da problematiche derivanti dallo sversamento dei rifiuti, anche quelli segnalati con il livello più basso di rischio. Lo studio ci dice che la Terra dei fuochi è ancora presente ed è possibile il nesso fra la presenza di rifiuti pericolosi e l’aumento delle malattie oncologiche”.
Imma Lascialfari ha parlato, quindi, della Caffaro srl e delle conseguenze sulla salute dei cittadini di Brescia di un’azienda posta, tra l’altro, nel centro storico della città lombarda, mentre l’oncologo Antonio Giordano si è soffermato sul progetto Veritas “uno studio su 95 pazienti oncologici della Terra dei fuochi su cui è stata riscontrata una presenza di metalli pesanti cancerogeni come arsenico, piombo, cadmio e mercurio. Un aumento allarmante di neoplasie all’interno dei territori inquinati – ha proseguito Giordano – che non è stato preso in considerazione dalla Regione Campania, nonostante abbia coinvolto validissimi professionisti di strutture pubbliche come l’Istituto zooprofilattico di Portici e l’Istituto nazionale tumori”. Per Miriam Corongiu il rischio è che “tutte le sostanze elencate dal professor Giordano si trovino nella terra. Non c’è bisogno di essere un agronomo per capire che il sistema suolo-pianta è importantissimo. Se il suolo non è ben tenuto o è inquinato quella pianta ridurrà la propria produzione, ma anche la qualità dei frutti sarà decisamente diversa. C’è bisogno di prevenzione per le Terre dei fuochi d’Italia. Bisogna intervenite per ripulire le strade e le campagne dai rifiuti e per bonificare quei terreni inquinati. Non riguarda solo la Campania – ha avvertito Corongiu – ma qualsiasi territorio oggetto di devastazione ambientale”.
Luigi Costanzo, medico di famiglia di Frattamaggiore, si è detto “arrabbiato per i risultati di questi studi. Il medico di famiglia – ha proseguito – tocca con mano quello che accade prima di tanti altri. L’aumento di patologie c’è stato, non solo tumorali ma anche allergie, tireopatie su bambini, malformazioni, infertilità. Lo abbiamo gridato ad alta voce quello che stava accadendo in questo territorio, ma non ci hanno ascoltato. Adesso dobbiamo aspettarci uno tsunami di patologie oncologiche lasciate nel dimenticatoio per l’emergenza Covid. Cosa fare? Monitoraggio in tempo reale e sorveglianza sanitaria potenziata nella Terra dei fuochi, con un’esenzione ticket ambientale grazie alla quale i cittadini potranno avere un veloce accesso alla diagnosi, attingendo i fondi dalle multe a chi inquina”, ha concluso Costanzo.

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