Ci lascia all’età di novantuno anni il maestro Riccardo Dalisi, artista e designer di rilievo internazionale padre del design “ultrapoverissimo”.Oggi domenica 10 aprile alle ore 14,15 i funerali nella Chiesa di San Francesco d’Assisi in via Luca Giordano a Napoli
Dalise nasce a Potenza nel 1931, ricopre la cattedra di Progettazione alla facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli ed diventa direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale. Negli anni settanta fonda la Global Tools,la contro-scuola di architettura e design che riuniva gruppi e professionisti della cosiddetta “architettura radicale” intorno alle riviste “Casabella” e “Spazio e società” insieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri. E’ tra i fondatori del “contre–design” ed unico esponente meridionale del movimento nel museo d’Oltralpe.
Una vita insignita da successi e da una serie infinita di “glorie” che risulterebbe riduttivo elencare in poche righe: nel 1981 vince il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana e 2014 vince il secondo Compasso d’Oro per il suo impegno nel sociale. I lavori di Dalise sono presenti in numerose collezioni private e nei più prestigiosi Musei europei e d’oltreoceano. Ha esposto a Berlino, Monaco, Parigi, Chicago, Tianjin e Seoul ed ancora alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano, al MOMA di New York, a Palazzo Reale e al MANN a Napoli.
Nel 2018 Dalisi torna in Rua Catalana, stabilendo il suo studio e archivio nell’antica via del ferro della città di Napoli, Per il quartiere ,il laboratorio torna in vita con il ritorno degli artigiani lattonai, Dalisi infatti crea l’illuminazione, con luci sostenute dalle sculture realizzati da questi ultimi. Tra le opere ricordiamo il famoso lume Napolino che rappresenta proprio l’attività nelle botteghe.
Impegnato da sempre nel sociale è con i giovani del Rione Sanità di Napoli, del Centro territoriale Il Mammut di Scampia e dell’istituto penale per i minorenni di Nisida che stabilisce un rapporto speciale entra in empatia con loro riuscendo a coniugare ricerca ,didattica e riscatto. Una personalità sicuramente da ricordare per la sua meravigliosa sensibilità e dedizione ,una carriera profusa nel segno della generosità e dell’altruismo fino alla consacrazione al Centre Pompidou.
Il critico Angelo Trimarco scriveva cosi ”Riccardo Dalisi, come un prestigiatore fa per le sue magie, raduna filo spinato e rete per costruire pollai, ferro e rame, ottone. Da queste materie, opportunamente lavorate, vengono alla vita dell’arte i Suonatori e i Re, i Centauri e la Sfinge, le figure della Devozione, Cristo e la Madonna, i Guerrieri. Questi materiali umili vengono “trattati” dall’artista con tecniche antiche e memoria sapienziale a sottolineare lo scarto tra la loro povertà e la persistenza e vitalità di un patrimonio irrinunciabile.
Numerosi i messaggi di cordoglio giunti alla famiglia “Con la scomparsa di Riccardo Dalisi, Napoli perde un grande maestro di design che tanto ha dato alla città ed all’Università” afferma il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. “La morte del maestro Dalisi ci addolora profondamente – scrive su Facebook il governatore Vincenzo De Luca – rivolgiamo il nostro cordoglio ai familiari ed agli amici oltre che alla sua comunità accademica, professionale ed artistica.
Riccardo Dalisi è stato uno dei principali protagonisti della scena artistica ed architettonica contemporanea. Architetto, designer, scultore ha applicato il suo ingegno multiforme alla ricerca della bellezza e dell’armonia. Il suo segno è inconfondibile ed apprezzato in tutto il mondo per eleganza ed originalità. Era uno dei testimoni più brillanti ed autentici della cultura meridionale, capace di porre al centro della sua ricerca e dei suoi valori l’umanità in tutte le due complesse declinazioni. Lascia una grande eredità artistica e morale – conclude De Luca – che sapremo custodire ed onorare”.
In punta di piedi Riccardo ci ha lasciati così la famiglia ne dà la triste notizia. Oggi Napoli ed il mondo salutano il maestro Dalise che dal magico studio incastonato nel tufo del Corso Vittorio Emanuele ha diffuso segni, sogni e creature.