“Venite all’agile barchetta mia” cantava il barcaiolo di Teodoro Cottrau, che invitava i passanti sulla propria imbarcazione per meglio godere, dal mare, della vista del suggestivo borgo napoletano di Santa Lucia, nell’omonima e famosissima canzone. Dalla prima pubblicazione di Santa Lucia sono passati centosettant’anni ma apprendendo che oggi, in quella stessa città, sia possibile pagare per imbarcarsi in un “Mafia tour” tra i vicoli del centro storico, sembra sia passato qualche millennio. Oppure, più probabilmente, con questa storia il tempo non c’entra affatto, c’entra unicamente la difforme dimensione umana ed etica tra chi, pur dovendo ingegnarsi per tirare a campare, non si azzarda a lucrare sulle disgrazie che appestano della propria città e chi, invece, non sembra farsi scrupoli.
Tutto questo, beninteso, ammesso che di scrupoli si possa parlare, dato che il pizzaiolo che ha postato il singolare annuncio sui siti Airbnb e TripAdvisor, si definisce un esperto in materia di malavita locale poiché “persona cresciuta nel sistema” e “con parenti coinvolti nella mafia”. Per soli venticinque euro, promette in italiano e inglese questo posticcio Cicerone, “cammineremo per i vichi del centro storico, Forcella e i quartieri spagnoli dove c’è ancora attività criminale anche se non si vede”. Un po’ come la nebbia milanese di Totò, ma senza che ciò riesca a suscitare la benché minima risata.
Un’indignazione condivisibile che, ovviamente, è lungi dall’essere fatta di perbenismo interessato e dignità fatta di vuoto di gucciniana memoria: non è insomma, una lamentazione piccolo borghese di chi vorrebbe voltare la testa dall’altra parte e negare l’esistenza delle tante realtà criminali nelle nostre zone, ma è la precisa volontà di non legittimare, nemmeno per idea, quella che è la radice di tutti i mali del nostro territorio, nell’imperitura speranza che si possa ancora dire che la mente umana, nel tempo, non faccia davvero l’abitudine a qualsiasi aberrazione, ma certe terrificanti iniziative, certe legittimazioni neanche troppo velate della mafia e della camorra riesca a respingerle, sempre.
Nel coro unanime di proteste, si è levata anche la voce di Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale del Sole che ride, che ai microfoni di Radio Marte ha duramente commentato l’iniziativa: “Bisogna effettuare immediatamente delle verifiche sul tour in questione e sul suo ideatore. È inaccettabile che si voglia vendere l’immagine di Napoli attraverso la criminalità e la camorra. La malavita non è un aspetto affascinante con cui sedurre turisti e visitatori, ma è un cancro del nostro territorio che va combattuto ed estirpato a tutti i costi. Chi vuol lucrare vendendo un’immagine stereotipata di Napoli, legata alla camorra, dovrebbe vergognarsi – ha concluso Borrelli – Napoli è ben altro, la parte sana della città è d’accordo”.
A seguito del polverone scatenato dalla sua iniziativa il giovane, residente a San Giovanni a Teduccio ma con un passato lavorativo all’estero, ha provveduto a modificare l’annuncio e smorzare le polemiche, dichiarando di essere incesurato e in procinto di lasciare l’Italia per lavorare con una compagnia aerea.
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