Il nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, hanno eseguito dalle prime ore di questa mattina, un’ordinanza che ha disposto misure cautelari nei confronti di 9 indagati, su richiesta della la Procura della Repubblica di Napoli Nord, nei confronti di altrettanti soggetti gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di vari reati, tra cui bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, contrabbando di prodotti alcolici, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione dei redditi, evasione dell’accisa e trasferimento fraudolento di valori.
Nei confronti di quattro indagati, sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre per altri soggetti è stata applicata la misura del divieto di dimora nelle province di Napoli e Caserta, in virtù dell’ampio territorio nel quale operava l’associazione per delinquere. In tale contesto, è emerso che l’organizzazione, per attribuire parvenza di regolarità contabile e fiscale alle operazioni commerciali e finanziarie, si avvaleva dell’ausilio di due commercialisti, per i quali è stata disposta la misura dell’interdizione dall’esercizio della professione per un anno. A tali misure cautelari, poi, si aggiungono sequestri di denaro, quote societarie e beni mobili ed immobili, per un valore complessivo pari a circa 1,7 milioni di euro.
L’adozione della misura è nata da una complessa indagine di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria attraverso cui è stato possibile individuare e ricostruire un articolato meccanismo fraudolento grazie al quale le società inserite nel circuito dell’organizzazione erano in grado di conseguire indebitamente ingenti evasioni e risparmi di imposta. Attraverso l’analisi degli innumerevoli flussi bancari, è stato possibile ricostruire le varie fasi ante e post decozione, così emergendo le modalità di riacquisto delle società e le condotte di autoriciclaggio dei proventi illeciti derivanti dal contrabbando di prodotti alcolici. Infine le condotte dissimulatori attuate dai quattro fratelli, destinatati dell’odierna misura cautelare degli arresti domiciliari, hanno consentito agli stessi di rientrare nella titolarità del complesso aziendale con sede nel comune di Pastorano (CE), del valore di circa 2 milioni di curo, il quale è stato poi acquistato da una società operante nel settore della ristorazione.
In particolare le attività investigative, anche di natura tecnica, hanno consentito di acclarare l’uso strumentale di due aziende — leader nell’Italia meridionale — operative nel settore della distillazione e commercializzazione di bevande alcoliche, le quali erano formalmente amministrate da alcuni “prestanome”, ma sostanzialmente gestite da un nucleo familiare composto da soggetti già in precedenza attinti da gravi misure cautelari per reati in materia di contrabbando di prodotti alcolici.
II ramificato sistema di frode, che ha consentito di contrabbandate prodotti alcolici e di evadere l’IVA e l’accisa, sarebbe basato essenzialmente sull’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di società ‘cartiere’, ossia prive di qualsivoglia concreta operatività, le quali venivano interposte nelle operazioni di vendita solo per far ricadere su di esse gli ingenti debiti tributari verso lo Stato. In altri casi, invece, l’emissione delle fatture false sarebbe avvenuta mediante la collaborazione di soggetti giuridici inesistenti creati ad hoc, onde agevolare l’illegale immissione in consumo di migliaia di litri di prodotti alcolici, da destinare al mercato nazionale ed estero.