Nella giornata di ieri, i carabinieri della stazione di Maddaloni hanno eseguito tre fermi nei confronti di altrettanti minorenni. I tre hanno rispettivamente diciassette, sedici e un quattordici anni. Sono ritenuti gravemente indiziati del reato di rapina aggravata, ai danni di un quarantunenne.
Le indagini sono partite immediatamente dopo che la vittima, aggredita dai tre ragazzi, si è recata con propri mezzi presso l’ospedale di Maddaloni. I medici del nosocomio hanno curato l’uomo dalle ferite al capo provocate dalle percosse ricevute con l’ausilio di due bastoni legati tra di loro da una catena e lo hanno giudicato guaribile in 20 giorni.
La vittima, si è poi recata presso la stazione dei carabinieri di Maddaloni. Ha raccontato ai militati dell’Arma di aver incontrato uno dei tre minori lungo una strada che collega Maddaloni a Cancello Scalo nel tardo pomeriggio del 26 dicembre, mentre era a bordo della sua automobile. Con un’espediente il ragazzino ha fatto sì che la vittima si spostasse in una zona limitrofa, dove è stato aggredito fisicamente dai tre soggetti e costretto a consegnare la somma di 80 euro.
L’uomo ha riconosciuto i tre minorenni dopo aver visionato alcune fotografie. Le successive indagini dei carabinieri hanno portato al sequestro sia dell’arma utilizzata sia degli indumenti indossati durante l’aggressione da parte dei tre ragazzini. La testimonianza della vittima e l’acquisizione degli oggetti sequestrati hanno consentito di fare luce sulla vicenda, permettendo ai militari di ottenere i necessari indizi di colpevolezza nei confronti dei minorenni. I fermati sono stati condotti, su disposizione dell’Autorità giudiziaria dei minori di Napoli, presso il Centro per la giustizia minorile dei Colli Aminei.
Sono circa cinquemila i minori ogni anno arrestati in Campania, secondo il garante dei detenuti Samuele Ciambriello. Il 65% di loro ha già parenti in carcere e restano in una condizione drammatica di povertà educativa e culturale che li inchioda ad un vocabolario di 50 parole dialettali. Sono i cosiddetti “minori a rischio”, “baby criminali”, “ragazzi di strada”. Energie che si disperdono e sopravvivono grazie alla sub-cultura della criminalità. A dicembre 2018 erano 110 i minorenni reclusi tra le carceri di Nisida e Airola.
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