Ancora storie che legano a un unico filo funzionari pubblici, camorra e imprenditoria. Appalti ospedalieri dirottati verso ditte «amiche». Le indagini sono condotte dai PM Henry John Woodcock e Celeste Carrano. Tra gli arrestati, alti pubblici ufficiali e imprenditori
Questa mattina, fin dalle prime luci dell’alba, a Napoli, ha avuto luogo una vasta operazione della polizia di Stato, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, arrestate 46 persone, esponenti di clan di camorra, alcune appartenenti alla cosiddetta Alleanza di Secondigliano, altri invece imprenditori o funzionari pubblici. Sono tutti accusati, a vario titolo, di avere avuto un ruolo nell’alterazione di gare d’appalto ospedaliere, ma anche di estorsione alle ditte operanti nel servizio trasporto ammalati, onoranze funebri, imprese di costruzione e imprese di pulizie.
In manette sono finiti il boss Luigi Cimmino, ritenuto il capo del clan che controlla la zona collinare di Napoli, il figlio Franco Diego e il luogotenente del boss, Andrea Basile. Arrestati, inoltre, Lello e Raffaele Sacco, soci della Gemear; e il responsabile della Bamar Italia, Alessandro Esposito. Nei guai anche l’imprenditore Giovanni Caruson. Gli appalti venivano pilotati sostituendo alle buste, presentate in precedenza per il bando, le offerte delle ditte amiche.
Il compito di segnalare all’organizzazione gli appalti spettava a dipendenti degli ospedali o delle ditte fornitrici che li frequentavano. Il sistema si reggeva sulle percentuali, che erano stabilite nel momento in cui veniva garantito l’appalto. Tra le tante tangenti, due in particolare hanno attirato l’attenzione degli inquirenti: una tangente da trentamila euro per i lavori del parco urbano artistico dell’ospedale Cardarelli. E un’altra da 400mila euro per un appalto nell’ospedale Cardarelli di Napoli da 47 milioni, estorsioni «di sistema» che sarebbero state messe a segno dal clan Cimmino del Vomero.
È una parte di quanto emerge dall’inchiesta sugli appalti condizionati in ambito ospedaliero e sulle estorsioni alle ditte che forniscono servizi in quel settore.