Due arresti per due omicidi avvenuti tra il 1988 e il 1994, nei popolosi quartieri di Piscinola e Chiaiano. Nella mattinata odierna, la squadra mobile di Napoli ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta della Dda, nei confronti del 62enne Domenico Lo Russo e del 66enne Giuseppe Lo Russo.
I due fratelli, entrambi nati a Napoli, devono rispondere di omicidio aggravato, in concorso con altri soggetti successivamente deceduti, nonché con Carlo Lo Russo, Mario Lo Russo, Ettore Sabatino e Salvatore Torino, tutti collaboratori di giustizia. Si tratta di vicende risalenti agli anni 1988 e 1994. Il 15 gennaio 1988 fu ucciso nel quartiere di Piscinola Gennaro Politelli, mentre Francesco Palumbo subì la stessa sorte a Chiaiano, il 7 giugno 1994.
L’omicidio di Politelli vede Domenico Lo Russo indagato quale esecutore materiale e si colloca nel periodo in cui il clan Lo Russo e il clan Licciardi erano parte integrante della cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”. Il movente dell’efferata esecuzione è da ricercarsi nella vendetta. Politelli, poco tempo prima della sua morte, aveva ucciso Salvatore Fiorillo, alias “Salvatore sette bellezze”, e Carmela Cimmino.
Nell’omicidio Palumbo, invece, Giuseppe Lo Russo è indagato quale mandante. In questo caso, il clan ha eseguito una classica “epurazione interna”, in quanto ha inteso punire un suo affiliato infedele, perché aveva avuto rapporti confidenziali con appartenenti alle forze dell’ordine.
Le indagini, svolte dalla squadra mobile, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, hanno consentito di acquisire riscontri di diversa natura alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tanto da delineare un grave quadro indiziario nei confronti dei due fratelli. Giuseppe Lo Russo è già detenuto in regime detentivo speciale e ha riportato condanne per omicidio, oltre che per contestazioni associative. Domenico Lo Russo, invece, era sottoposto alla libertà vigilata.
Il clan Lo Russo, uno dei clan storici della camorra del quartiere Miano, ha perso posizioni nella gerarchia del crimine organizzato locale, per gli arresti e i pentimenti di molti dei suoi affiliati. Di recente, però, è tornato alla ribalta dopo l’omicidio di Stefano Bocchetti dello scorso gennaio e, soprattutto, con l’arresto di 24 persone, considerate le nuove leve del clan.
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