È stata una notte di tensioni e di violenze quella appena trascorsa a piazza Bellini, cuore del centro storico di Napoli, che ha visto protagonisti da una parte i giovani della movida partenopea e dall’altra un grosso dispiegamento delle forze dell’ordine. Tensioni che sono sfociate in una vera e propria rivolta. Tutto si sarebbe svolto nell’arco della serata di ieri, quando una pattuglia della polizia ha effettuato diversi controlli su un gruppo di giovani intenti a passare la serata all’angolo tra il conservatorio San Pietro a Majella e Port’Alba. Gli agenti avrebbero chiesto i documenti di identità ai ragazzi, ma uno di loro non ne era in possesso. Il clima è iniziato a divenire incandescente con decine di giovani che hanno cominciato a intonare cori contro gli abusi commessi dalla polizia negli Stati Uniti in merito alla barbara uccisione in strada dell’afroamericano George Floyd.
L’astio, diventato sempre più palpabile, avrebbe spinto gli agenti a chiamare rinforzi. Dopo pochi minuti è salito a dieci il numero di volanti accorse a sirene spiegate nella piazza partenopea, con gli agenti della polizia e i militari dell’esercito intenti a gestire una delicata situazione di ordine pubblico. Nel clima di tensione, una discussione scoppiata tra gli agenti e un gruppo di ragazzi intenti a bere una birra fuori l’orario stabilito dalle ordinanze anti-movida avrebbe esasperato gli animi, con l’intervento da parte delle forze dell’ordine. Nel parapiglia generale creatosi attorno al gruppo di ragazzi, tra urla e dichiarazioni di innocenza al grido: “Lasciateli stare, non hanno fatto niente!”, tre di loro sono stati fermati dalla polizia. A quel punto i giovani presenti nella piazza si sono ribellati, sovrapponendosi tra gli agenti e i ragazzi arrestati, impedendo alle volanti di lasciare la piazza.
Sui fatti accaduti questa notte a piazza Bellini ci sono tuttavia versioni contrastanti tra loro. Da una parte il questore di Napoli ha parlato di insulti, minacce e aggressioni ai danni dei poliziotti, dall’altra ci sono invece alcuni video dell’accaduto girati dai giovani presenti in piazza in quel momento che hanno fatto subito il giro dei social network, con immagini interpretate da alcuni come un’azione di forza compiuta dalla polizia. I tre sospettati, arrestati e identificati, sono stati prima condotti presso la caserma Raniero, poi rinchiusi nel carcere di Poggioreale con le accuse di aver violato i decreti anti-movida e di resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta di tre giovani attivisti politici appartenenti agli ambienti della sinistra radicale napoletana. Poco minuti dopo l’arresto, un gruppo nutrito di persone si è recato presso la caserma dove erano stati posti in stato di fermo, chiedendone a gran voce la liberazione. In merito all’accaduto il centro sociale Mezzocannone Occupato ha diffuso una nota su Facebook con l’hashtag #StopAbusiInDivisa, chiedendo chiarezza e verità sulle vicende accadute in nottata a piazza Bellini che hanno portato all’arresto dei tre attivisti politici.
Quanto verificatosi stanotte non sarebbe l’unico evento all’insegna della tensione accaduto durante le serate della movida partenopea. Tra sabato e domenica, infatti, un gruppo composto da decine di giovani ha organizzato in piazza San Domenico un flash-mob per commemorare i cinque anni dalla scomparsa di Lorenzo “Lollo” Tarantino, venticinquenne napoletano studente della facoltà di Lettere e Filosofia dell’università Federico II, molto conosciuto negli ambienti universitari per il suo attivismo nei collettivi studenteschi, che si è tolto la vita a causa di una profonda depressione. Le commemorazioni, svoltesi nella piazza con torce di colore rosso e bandiere antifasciste per ricordare la fede e l’impegno politico del giovane studente scomparso tragicamente nel 2015, hanno però fatto storcere il naso ai residenti del posto, che hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine per far tornare la calma e la tranquillità in una tra le piazze cuore della movida napoletana, popolata abitualmente da centinaia di studenti e di turisti.
Ma episodi di questo tipo non si sono verificati solamente a Napoli. Durante la notte tra sabato e domenica, infatti, tensioni con i giovani della movida sono state registrate anche a Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano. Il piazzale antistante l’Anfiteatro Campano è tornato a essere, con la fine del lockdown, meta di centinaia di ragazzi e studenti provenienti da tutta la provincia di Caserta, per la presenza di numerosi bar e locali notturni. Una situazione che è stata mal tollerata dai residenti della zona che, abituati ormai alla pace e alla tranquillità “atipiche” che hanno caratterizzato l’intero periodo dell’emergenza epidemiologica, hanno chiesto l’intervento della polizia per allontanare i giovani dalla piazza. Un gruppo di ragazzi, inoltre, per festeggiare la fine della quarantena, si sarebbe ubriacato e arrampicato sulle mura romane dell’anfiteatro, gesto di follia che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco per farli scendere. A Salerno, invece, due denunce e la chiusura di nove locali in seguito a una rissa nata per futili motivi in via dei Canali. Controlli a tappeto delle forze dell’ordine anche nella provincia di Avellino, dove i carabinieri hanno effettuato verifiche e perquisizioni nei locali frequentati dai giovani per contrastare l’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. Nel corso dei controlli, i militari hanno imposto la chiusura di un bar ad Atripalda, poiché distribuiva bevande alcoliche da asporto anche dopo le 22, in violazione dei decreti anti-movida, e segnalato tre giovani all’Autorità giudiziaria, perché in possesso di droghe leggere, in particolare hashish e marijuana.
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