Dopo quella al Senato, ieri sera Mario Draghi ha incassato la fiducia per il suo governo anche alla Camera, con 535 sì, 16 no e quattro astensioni dal Movimento 5 Stelle. Inoltre, altri 12 deputati, sempre del M5S, non hanno partecipato al voto. Si tratta di numeri che assicurano al premier Draghi e al nuovo esecutivo una maggioranza schiacciante, anche se non gli consentono di battere il record che ottenne nel 2011 il governo Monti, capace di arrivare a 556 sì.
Durante il suo intervento di ieri alla camera, il neopremier ha ribadito la volontà di impegnarsi a fondo nella lotta contro la corruzione e le mafie, garantendo un processo che sia “giusto e di durata ragionevole” nel rispetto della costituzione, conscio di quanto sia fondamentale per gli investitori internazionali ma anche per i cittadini italiani il binomio composto da “legalità e sicurezza“. Rispetto al lungo intervento in Senato del giorno prima, comunque, ieri alla Camera Draghi s’è limitato a una replica di circa un quarto d’ora, avendo già illustrato nei dettagli il suo programma di governo di fronte ai senatori. Il presidente del Consiglio ha concluso parlando di “sguardo costantemente rivolto al futuro, che confido – ha precisato – ispiri lo sforzo comune verso il superamento di questa emergenza sanitaria e della crisi economica. E che certamente caratterizzerà, nelle mie ambizioni, l’azione di questo governo“. Il nuovo esecutivo, dunque, parte con numeri di grande robustezza, senza che nemmeno la fronda interna al Movimento 5 Stelle abbia potuto in qualche modo intaccarli.

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