Quattro persone, tra cui l’amministratore della clinica Pineta Grande di Castel Volturno e tre medici, sono state rinviati a giudizio con l’accusa di aver falsificato la cartella clinica di Francesca Oliva. La giovane di 29 anni, originaria di Gricignano d’Aversa, morì nel maggio 2014 a causa di una grave setticemia, insieme a due dei suoi tre gemelli, subito dopo il parto.
Nella giornata odierna il giudice per le udienze preliminari di Santa Maria Capua Vetere, Rosaria Dello Stritto, ha deciso il rinvio a giudizio. Si tratta dell’amministratore della casa di cura, Vincenzo Schiavone; del primario del reparto di Ostetricia e ginecologia, Stefano Palmieri, e di altri due ginecologi, Gabriele Vallefuoco e Giuseppe Delle Donne. Il processo inizierà il prossimo 13 novembre. Per altri due imputati la posizione è stata stralciata a causa di un difetto di notifica.
Secondo l’accusa, dopo la morte della paziente, la cartella clinica elettronica è stata alterata al fine di evitare l’accusa di omicidio colposo per i medici responsabili del periodo di ricovero. In un precedente processo, gli imputati erano stati assolti dall’accusa di omicidio colposo, poiché non è stato possibile dimostrare con certezza il nesso causale tra la morte e le cure ricevute. Tuttavia, secondo il Tribunale che ha condotto il processo per omicidio colposo, è emersa chiaramente l’alterazione della cartella clinica.
Le accuse specifiche comprendono la cancellazione delle parole “malessere generale” dalla cartella clinica, l’anticipazione di un giorno nella prescrizione di un antibiotico e l’aggiunta di informazioni relative alla gravidanza indotta mediante fecondazione in vitro, al cerchiaggio e all’evidenza di esami che mostrano leucocitosi e neutrofilia in un’ecografia. Gli avvocati delle parti civili, Raffaele Costanzo e Lara Vastarella, si sono dichiarati soddisfatti per il rinvio a giudizio. Il processo sarà l’occasione per approfondire le accuse e stabilire le responsabilità degli imputati riguardo alla falsificazione della cartella clinica di Francesca Oliva.