L’allergia alle proteine del latte vaccino è fra le allergie alimentari più comuni soprattutto fra i bambini nei primi mesi di vita. Proprio a partire da queste proteine sono stati prodotti la maggior parte dei latti per l’infanzia oltre che diversi alimenti proprio destinati ai neonati. Tuttavia la stessa allergia tende a regredire fino a scomparire entro il primo anno di vita del bambino o poco più. I primi sintomi possono presentarsi già dal primo/secondo mese di vita e in tempi differenti a seconda del tipo di svezzamento scelto dalla mamma.
Quali sono le cause? Si tratta di una violenta reazione da parte del sistema immunitario del bambino conseguente all’assunzione di latti o prodotti contenenti per lo più caseina, betalattoglobulina o alfalattalbumina. Le origini sono comunemente di tipo ereditario ovvero nel caso in cui altri componenti del nucleo familiare siano affetti da allergie.
I sintomi possono essere immediati o tardivi a seconda del tipo di reazione allergica e dell’attivazione di anticorpi definiti IgE.
Nel caso del coinvolgimento delle IgE, si ha insorgenza precoce dei sintomi (entro circa 1-2 ore dall’assunzione) e tra questi è possibile citare: orticaria, eruzioni cutanee, arrossamento e prurito, congiuntivite, laringospasmo, problematiche gastro-intestinali, vomito, nei casi più gravi shock anafilattico.
Qualora non vi fosse coinvolgimento delle IgE i sintomi possono apparire anche dopo svariate ore o giorni rendendo più difficile la diagnosi. In tal caso si hanno per lo più: diarrea, gonfiore addominale e reflusso.
Come è possibile diagnosticare l’allergia alle proteine del latte vaccino? Sicuramente per i neogenitori non è facile fare la diagnosi senza il supporto ed il parere medico ed in particolare del pediatra. È bene dunque chiedere immediato consiglio qualora si presentassero i sintomi precedentemente descritti. In primo luogo verrà valutata la reazione a seguito dell’eliminazione di latte e derivati dalla dieta del bambino per almeno un mese, reazione che qualora fosse positiva, e confermata da un successivo test di provocazione (ovvero disturbi a seguito di una reintroduzione delle proteine del latte), rappresenterebbe sicuramente una prova dell’esistenza dell’allergia. Prick test e RAST test sono poi utili sia nella diagnosi che nella conferma di questa.
Risulta necessario porre scrupolosa attenzione nella scelta degli alimenti da somministrare ai bambini per i quali si sospetta questo tipo di allergia.