Il 27 gennaio 1945 l’abbattimento dei cancelli del campo di Auschwitz-Birkenau rivelò al mondo l’orrore del genocidio nazi-fascista.
Settantasette anni fa, le truppe dell’Armata Rossa liberavano i sopravvissuti del campo di sterminio di Auschwitz e toglievano il velo all’orrore dell’Olocausto. Ad Auschwitz 1,1 milioni di persone hanno perso la vita nelle camere a gas del campo o per fame, freddo e malattie. Istituito dalla Germania nazista nella Polonia occupata nel 1940, inizialmente per ospitare i prigionieri politici polacchi, divenne il più grande dei centri di sterminio in cui fu messa in pratica la “Soluzione finale”, il piano hitleriano che prevedeva lo sterminio completo degli ebrei.

È in questo giorno che dal 2005, L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha proclamato ufficialmente il 27 gennaio Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto. In questo l’Italia ha anticipato di 5 anni la risoluzione dell’ONU, insieme a numerosi altri paesi che avevano istituito giornate commemorative nazionali per il 27 gennaio, come la Germania (1996) o il Regno Unito dal (2001). Per non dimenticare mai – Anno dopo anno – il Giorno della Memoria ha questo obiettivo. Non dimenticare mai l’atroce e assurdo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione, i deportati nei campi di concentramento, la loro prigionia e la loro morte.

Secondo il testo dell’Assemblea Generale del 2005, ogni anno, il 27 gennaio, tutti gli stati membri delle Nazioni Unite hanno il dovere di inculcare nelle generazioni future le “lezioni dell’Olocausto”. A questo scopo è stata istituita una task force internazionale per l’educazione, la ricerca ed il ricordo. Questa risoluzione rifiuta inoltre in modo chiaro qualsiasi tentativo di negazione dell’Olocausto come evento storico, sia totale che parziale, chiedendo parallelamente che i luoghi che un tempo ospitavano campi di concentramento, di lavoro e di sterminio vengano conservati. In questa giornata, inoltre, l’intolleranza, l’odio e l’aggressività verso persone e comunità motivate da differenze religiose ed etniche sono condannate senza riserva.
