Licenziato per aver segnalato un potenziale pericolo sanitario sul proprio posto di lavoro. Questa, in breve, la vicenda che ha coinvolto Giovanni Luca Teratone, operaio della Nuroll di Pignataro Maggiore, società di proprietà turca specializzata nella produzione di nastri in plastica. Stando alle motivazioni riportate nella lettera di licenziamento, l’uomo, da 25 anni sindacalista della Filctem Cgil, si sarebbe reso colpevole di “insubordinazione e segnalazione dolosa di pericoli insussistenti”. La vicenda risale al 3 aprile, giorno in cui l’operaio avrebbe avvisato la propria azienda di un rischio di contagio da Coronavirus venutosi a creare nel proprio nucleo familiare. La moglie lavorava come infermiera presso il carcere di Secondigliano, dove erano stati riscontrati tre casi di positività al Covid-19. Appresa la notizia, Teratone ha quindi prontamente allertato un dirigente d’azienda, chiedendo due giorni di ferie in attesa dell’esito del tampone a cui sarebbe stata sottoposta la consorte. Alla donna tuttavia, per motivi indipendenti dalla propria volontà, non è stato più fatto il test e l’operaio, dopo un periodo di malattia, è tornato in fabbrica solo il 14 aprile, esibendo un certificato medico che attestava come la sua infermità non fosse correlata al Coronavirus.
La Nuroll, in risposta a tali sviluppi, ha inviato una lettera al proprio dipendente nella quale ha dichiarato di non ritenere veritiero quanto comunicato dall’uomo sul fatto che sua moglie avrebbe dovuto sottoporsi a tampone perché a rischio contagio e che, anzi, l’uomo avesse tentato di sfruttare l’emergenza in corso al solo scopo di giustificare la sua assenza retribuita dal lavoro per qualche giorno. In aggiunta a tali accuse, l’azienda contestava all’operaio di aver causato grave preoccupazione e turbamento trai i suoi colleghi, minacciando di addebitargli i costi della sanificazione straordinaria del luogo di lavoro, ammontanti a 320 euro. L’8 maggio la Nuroll ha inviato una lettera di licenziamento a Teratone, nonostante il blocco degli stessi disposto dal Governo, valido fino al 16 maggio e successivamente prorogato. “A questo punto – ha dichiarato lo stesso Teratone in un videomessaggio – devo dire che i diritti fondamentali di tutti i lavoratori sono a rischio, perché con questo atto si va a colpire quella che è la libertà individuale e sindacale di tutti noi sui posti di lavoro. Insieme alle segreterie provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil – ha annunciato il sindacalista – faremo vincere in ogni modo le nostre ragioni, affinché tali diritti siano rispettati in tutti i luoghi di lavoro”.
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