Il piatto orientale riscuote sempre più successo e i locali dove si serve il ramen vanno di gran moda. E’ simile alla pastina della nonna cotta in brodo di carne o di verdure, ma non è proprio così. Il ramen è più saporito dei nostri brodini, infatti, oltre che dal dashi e dal miso, il brodo del ramen è arricchito dal sapore di vari tagli di carne e altrettante verdure ed è caratterizzato dal gusto umami, che vuol dire appunto “saporito e persistente”». Stefano Erzegovesi medico nutrizionista e psichiatra chiarisce «Il ramen in realtà è effettivamente parecchio diverso da un semplice brodo con un po’ di pasta o di riso, perché rappresenta un vero piatto unico, con la sua giusta proporzione di carboidrati, proteine, grassi e verdure».
Quali sono gli ingredienti di un ramen tradizionale? «Innanzitutto si usa il brodo cosiddetto dashi, leggero, limpido e profumato, preparato con acqua, alga kombu e fiocchetti di tonnetto striato essiccato, fermentato e affumicato (katsuobushi). Si può però anche aggiungere del miso, un condimento fermentato derivato soia gialla, dal gusto e odore molto forti continua il nutrizionista «Il miso è ricco di proteine digeribili, ha zero colesterolo ed è molto ricco di fermenti probiotici e di enzimi simili a quelli dello yogurt – precisa- «Ha un gusto salato, infatti contiene 3200 mg di sale ogni 100 grammi, è quindi sconsigliato agli ipertesi. Anche per i non ipertesi, il consiglio è massimo un cucchiaino da tè colmo a persona. Al brodo di ramen vengono quindi aggiunte le verdure, come le carote, funghi, cipolle, il rapanello gigante giapponese il daikon e una piccola dose di proteine, che può essere fornita dal tofu, (il “finto” formaggio di soia orientale), oppure da un po’ di pesce o da mezzo uovo sodo. Talvolta, sempre in piccola quantità, si aggiungono straccetti di pollo o maiale e anche alghe, ma sono sempre presenti una giusta quantità di noodles, gli spaghettini di farina di grano». Oltre all’umami nel ramen è alta la presenza di sale, ragion per cui questo piatto è sconsigliato agli ipertesi».