L’Italia della cultura e del tempo libero si ferma per decreto legge. La stretta su tutte quelle attività che prevedano la presenza di più persone l’una accanto all’altra, conseguenza del provvedimento licenziato ieri sera dal Governo per tentare di contenere la diffusione del contagio da Covid-19 sull’intero territorio nazionale, da oggi inizia a far sentire le proprie conseguenze anche in quelle aree del Paese, come la Campania e in generale il Mezzogiorno, dove per il momento i contagi da Coronavirus presentano ancora numeri piuttosto bassi.
Così, oltre che con la sospensione di tutte le attività didattiche fino al 15 marzo (dalle scuole materne alla formazione universitaria: prima volta nell’intera storia dell’Italia repubblicana), gli italiani dovranno fare i conti, per decreto legge almeno fino al 3 aprile compreso, con un modo tutto nuovo di vivere il proprio tempo libero, sempre più chiusi in casa e isolati l’uno dall’altro, monadi spaesate e impaurite, individui in contatto soltanto attraverso chat on line e social network sempre più pieni di isteriche fake news, pronti a riempire il proprio tempo libero – si spera anche con la lettura di qualche libro – grazie alle console per videogames e alle proposte di visione delle televisioni satellitari e terrestri e delle varie piattaforme di streaming (da Netflix ad Amazon, dalla cinéphile Mubi al colosso Disney +, che arriva in Italia il 24 marzo, in piena emergenza socio-sanitaria), scientificamente profilate sul singolo utente, per una totale ridefinizione del tradizionale concetto di esperienza collettiva maturato lungo l’intero Novecento grazie a forme d’arte e d’espressione come il cinema o il teatro.
Dunque, che cosa potrà fare l’italiano nel proprio tempo libero – tenendosi rigorosamente a distanza di almeno un metro dai propri vicini e ricordandosi di non dare la mano a nessuno – da oggi fino al 3 aprile? Potrà, innanzitutto, seguire in tv oppure sul web eventi sportivi che saranno disputati per legge a porte chiuse, in primis quelli di un calcio professionistico sempre più nel caos a causa anche dell’inettitudine dei propri vertici, che rischiano seriamente di compromettere la regolarità sportiva di una stagione agonistica già così portata ai limiti delle regole (in queste ore, per esempio, sta maturando la folle ipotesi di far disputare le semifinali e la finale di Coppa Italia 2019-2020 ad agosto, ovvero all’inizio della stagione 2020-2021!).
Chi non è appassionato di sport, invece, dovrà studiare caso per caso, con grande dispendio di tempo ed energie, per scoprire quali sono, per esempio, i musei o i luoghi d’arte che restano chiusi e quelli aperti ma che consentono ingressi contingentati in modo da evitare affollamenti (come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che ha annullato tutti gli eventi in programma fino al 15 marzo, ma resta regolarmente aperto, nei consueti orari, per le visite al proprio patrimonio permanente e alle mostre temporanee). E gli eventi culturali e di spettacolo, a loro volta, continuano a essere annullati uno dopo l’altro, dalle presentazioni librarie agli incontri con artisti e cantanti (come quelli della catena Feltrinelli, che ha appena cancellato tutto il suo calendario di iniziative fino al 3 aprile, in ogni suo punto vendita italiano), con gli operatori dell’informazione impegnati a rincorrere una selva di comunicati stampa di presentazione dei singoli eventi e le successive rettifiche con i conseguenti annullamenti per decreto legge.
Ancora più caotica, purtroppo, appare la situazione dei comparti cinema e teatro, già duramente messi alla prova nell’ultimo mese con un crollo dei biglietti venduti che, in realtà, equivale a una sorta di chiusura di fatto, anche in quelle aree del territorio italiano dove, fino a ieri, le strutture avevano concretamente le saracinesche sollevate. A fronte di nessun intervento pubblico a sostegno di un settore che a fine stagione dovrà, probabilmente, ridimensionare in modo drastico i suoi numeri, con tutte le drammatiche conseguenze in termini di perdite di posti di lavoro e chiusure di piccole e medie imprese, nel decreto legge di ieri sera il Governo non s’è assunto alcuna responsabilità relativamente alla chiusura dei cinema e dei teatri, lasciando l’incombenza ai singoli esercenti e a operatori che si sentono sempre più abbandonati a se stessi e che possono scegliere di tenere aperte le proprie strutture, attenendosi però alle drastiche misure di sicurezza riguardanti la distanza interpersonale e l’affollamento degli spazi, oppure chiuderle di fronte all’evidente assenza di pubblico pagante. D’altronde, basta farsi una veloce chiacchierata con un qualsiasi piccolo esercente cinematografico di provincia, per scoprire che tutto ciò sta avvenendo già da diversi giorni, nel silenzio delle istituzioni e con interi territori sempre più desertificati dal punto di vista dell’offerta culturale. Alcune realtà, invece, continuano con ammirevole cocciutaggine a operare mediando tra attenzione al dettato di legge e tutela della salute pubblica e volontà di non mollare sul piano della coerenza del proprio percorso socio-culturale.
Per esempio, nel Casertano il cine-teatro Ricciardi di Capua “resta aperto nell’assoluto rispetto delle disposizioni atte a garantire la salute pubblica. Fatta questa doverosa premessa – spiega il direttore artistico Francesco Massarelli – siamo profondamente emozionati nel proporre in questi giorni un titolo che tocca nell’intimo il cuore dello spettatore. Eletto miglior documentario europeo e candidato all’Oscar, Alla mia piccola Sama – For Sama è un canto di resistenza all’orrore della guerra e di amore per la vita che i registi Waad Al-Khateab e Edward Watts innalzano al cielo nel momento in cui decidono di mettere al mondo la loro prima figlia, Sama“. E, ancora, lo storico Arci Movie di Ponticelli prosegue, almeno parzialmente, le proprie attività su un territorio di grande complessità sociale. “Abbiamo deciso di provare a resistere per quello che possiamo – scrive il dirigente dell’associazione partenopea Antonio Borrelli, sulla sua pagina Facebook – e anche oggi le proiezioni del cineforum alle 18 e alle 21 al cinema Pierrot si faranno nel rispetto delle misure contenute nel Dpcm di ieri, mentre purtroppo AstraDoc – Viaggio nel cinema del reale è sospesa per la chiusura del cinema Astra dal 27 febbraio e le attività con le scuole sono bloccate per le disposizioni che tutti conoscete“.
Insomma, gli operatori del comparto utilizzano sempre più spesso la parola “resistenza” e auspicano, sempre più spaesati, che possa tornare presto un po’ di buon senso e, soprattutto, che le mutate abitudini sociali di queste settimane non si tramutino nella perdita da parte degli spettatori dell’abitudine all’esperienza di inestimabile valore formativo della condivisione in sala di un’opera d’arte, sia essa un film, una pièce teatrale, un concerto o una performance artistica dal vivo. Perché – e non è un luogo comune – la cultura e la sua condivisione tra esseri umani pensanti e pulsanti è un’arma efficace per provare a uscire tutti insieme da un disastro che rischia di essere innanzitutto sociale e che, se non gestito da chi ne ha i mezzi e il dovere, può produrre conseguenze serissime in particolar modo sulle giovani generazioni.
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